Uno «scherzo» da sette milioni per Capello Passato a un giornale russo il contratto da c.t. della nazionale: un affare di Stato
Contratto Il legame tra Fabio Capello (nella foto), 68 anni, e la nazionale russa scade a luglio 2018. Il tecnico friulano ha firmato nel 2014 e guadagna 7 milioni di euro a stagione più bonus legati ai risultati Lo scoop Il giornale indipendente Novaya Gazeta ha pubblicato le 30 pagine di contratto che definiscono l’accordo tra il tecnico di Pieris e la federazione russa
Occasione Giampaolo Pazzini dovrebbe partire titolare a Udine (Fabrizio Forte)
Sette milioni di buoni motivi per finire in un vortice di polemiche. Fabio Capello, già bersaglio di critiche per il rendimento ottenuto da quando siede sulla panchina russa (fuori al primo turno del Mondiale a beneficio di Belgio e Algeria e con un girone di qualificazione a l l ’ E u ropeo d e l u d e n te , con un terzo posto nel girone dietro Austria e Svezia), ora è al centro di nuove discussioni. Il mot i v o ? Il giornale indipendente Novaya Gazeta ieri ha pubblicato le trenta pagine di contratto (siglate e firmate a inizio 2014) che legano Capello alla federazione russa. I termini dell’accordo si basano su un ingaggio da sette milioni di euro all’anno più bonus legati ai risultati fino al luglio del 2018, con la facoltà per il c.t. di rescindere il contratto anzitempo senza penali mentre la federazione di Mosca dovrebbe continuare a pagarlo anche in caso di esonero. Apriti cielo. L’opinione pubblica è insorta contro il Paperone della panchina. Così lautamente compensato da aver indotto il presidente della federazione, Nikolai Tolstykh, a sostenere che in caso di mancata qualificazione agli Europei Capello rischierebbe il licenziamento per «inadempienza contattuale». Pierfilippo Capello, figlio e legale del tecnico 68enne, più stupito che stizzito ha constatato: «Esiste una clausola che vieta alle parti di svelare particolari del contratto». La verità è che Capello si è trovato al centro di una diatriba fra il presidente di una federazione che non ha le risorse per garantire l’ingaggio al c.t. e il ministro dello Sport che non ritiene di doversi sobbarcare gli oneri. La Rfu è nell’occhio del ciclone: forse non è un caso allora che sia stato reso pubblico l’accordo controfirmato dal ministro...
Capello, vittima di una lotta di potere: la storia sarebbe piaciuta anche a John Le Carrè.
Sognando Rio 2016 Ascoltato per 4 ore dall’Antidoping, il marciatore si confessa cercando uno sconto della squalifica di 3 anni e 9 mesi: Procura per ora fredda
2016) che l’avvocato Brandstaetter vorrebbe sforbiciare per mantenere vivo il sogno di Rio 2016. «Quelli di Alex sono fatti, non accuse» sottolinea. Ventidue pagine di verbale, quasi quattro ore negli uffici della Procura («Ho confermato quanto ho detto finora»), mentre, non a caso, sulla pagina Facebook del reprobo pentito a scoppio ritardato comparivano foto e video dell’ultimo allenamento lungo l’Aniene, a Roma: Alex in marcia con la maglietta di «Libera», l’associazione di Don Ciotti che appoggia il suo ritorno all’atletica, e Sandro Donati dietro in bicicletta, zainetto in spalla e blocco degli appunti per segnare tempi, impressioni, reazioni di un fisico a lungo disabituato alla marcia e avvezzo alle temperature di Calice di Racines, Alto Adige, non certo al caldo umido romano. «Io sono giustamente stato squalificato per la frequentazione di un medico inibito (oltre che per doping conclamato, ndr) e secondo me chi sapeva dovrebbe avere un procedimento» ha detto. Ha ammesso di aver raccontato qualche bugia alla Procura Coni negli incontri precedenti, si è detto disposto a rinunciare ai due record non puliti di Lugano e Dudince, se potesse tornare indietro cancellerebbe la conferenza stampa di Bolzano, agosto 2008, quella delle lacrime e del «l’ho fatto una volta sola». Ha pronunciato ancora molti «non ricordo». Ed è (anche) per questo che la Procura, aspettando di ascoltare la versione dei fatti di Fiorella, è rimasta fredda.