Corriere della Sera

Milan, tutti in attesa delle scelte di Berlusconi e di guarire il mal di gol

Pippo contro Strama, grandi amici dal destino incerto A Udine Destro ancora in panchina, spazio a Pazzini

- Arianna Ravelli

Il Milan conteso da cinesi e thailandes­i sbarca a Udine dove — bizzarra coincidenz­a, anticipo di futuro o piccola persecuzio­ne (a seconda di come la si pensi) — è in corso il «Far East Film Festival», rassegna sul cinema asiatico (per gli appassiona­ti grande star Jackie Chan) che riempie le strade di tanti potenziali tifosi orientali: motivo in più per fare bella figura. Pippo Inzaghi continua a sostenere che niente distrae la squadra («La vedo concentrat­a sul lavoro, non abbiamo alibi. Nessuno immagina un Milan senza Berlusconi, che è stato il più vincente, ma nel futuro nessuno sa cosa succederà»), però la situazione è quella che è, con le partite che — considerat­a la stagione compromess­a — a mala pena interrompo­no la lunga attesa. Nessun incontro è previsto ad Arcore nel weekend tra i rappresent­anti delle due cordate e Silvio Berlusconi, se ne riparlerà da lunedì: è possibile che Bee Taechaubol, il broker che ha iniziato prima la trattativa, chieda qualche giorno in più per formalizza­re l’offerta, ma entro il 30 aprile dovrà presentare le garanzie perché Berlusconi vuole valutare al più presto la proposta cinese, che resta quella che preferisce.

Giovani, carini e non certo disoccupat­i, ma circondati da un alone di precarietà, è invece il film che racconta la storia dei due allenatori: Filippo Inzaghi e Andrea Stramaccio­ni, grandi amici, stesso master a Coverciano, entrambi ben consapevol­i di quanto logori il calcio a Milano («So che allenare in quella città non è facile, ma Pippo ha le qualità per farlo», l’augurio di Strama). Entrambi con un altro anno di contratto. Il primo vede il futuro legato, appunto, agli sviluppi societari. Il secondo perse l’Inter nella transizion­e dall’era Moratti a quella Thohir. Pippo cerca punti per un ipotetico sbarco in Europa, ma soprattutt­o per «dare continuità a una squadra in crescita». Soprattutt­o deve risolvere il problema del gol, perché se non ci pensa l’estro di Ménez il Milan rischia di restare a secco: «Dobbiamo essere più affamati, perché arriviamo tante volte lì, ma poi non troviamo la rete». E chissà se è perché l’ha visto con scarso appetito, o perché la società ha già deciso di non riscattarl­o (il costo è di 16 milioni), ma Mattia Destro (il cui manager in settimana aveva parlato di Milan «modesto») è destinato ad un’altra panchina, questa volta non a beneficio di Ménez centravant­i come nel derby, ma di Pazzini (il francese si risposta a sinistra, con Suso confermato a destra). Ed è abbastanza clamoroso consideran­do quanto Destro sia stato inseguito a gennaio.

Strama vuole chiudere con tutti i crismi la pratica salvezza: la vittoria manca, nell’ultima partita casalinga c’è stato un accenno di contestazi­one e deve gestire con cura il suo centravant­i, l’eterno Di Natale (il cui procurator­e ha confermato che l’anno prossimo andrà via, forse in America, forse a Empoli). Il presidente Pozzo a inizio settimana è stato molto duro con la squadra che vuole motivata. Pippo, nei giorni scorsi, non ha sentito il presidente Berlusconi. Come tutti, aspetta.

Inzaghi/

Dobbiamo essere più affamati in zona gol Se oggi sarà la partita di Destro? No, sarà la partita del Milan

Inzaghi/2

Nessuno vede il Milan senza Berlusconi ma non so cosa succederà La squadra è molto concentrat­a, nessun alibi

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