Il corteo diventa cartina di tornasole della sinistra
La manifestazione del 25 aprile a Milano è, spesso, anche una cartina di tornasole per capire cosa succede nella sinistra. Oltre al motivo autentico del corteo, l’anniversario della Liberazione nella «capitale» della Resistenza, tra le varie anime (e le migliaia di persone) che sfilano ogni anno si riversano temi, a volte tensioni, assai più contemporanee. E che c’entrano poco o nulla con le celebrazioni per la libertà riconquistata nel 1945. Dai gruppi pro-Palestina che contestano la Brigata ebraica (quest’anno il Pd ha annunciato che sfilerà proprio insieme alla Brigata per rispondere alle tensioni degli anni scorsi), ai No-tav che accusano sindacati e partiti. Ma questi aspetti nel 25 aprile di Milano sono stati finora marginali. Da osservare in controluce nel corteo di oggi ci sono poi le passioni (e le tensioni) politiche che agitano il campo del centrosinistra. È il primo 25 aprile con Matteo Renzi stabilmente alla guida del governo (lo scorso anno era diventato premier da pochi mesi) e il palco della manifestazione, guardandolo con gli occhi dell’oggi, non è amico: ci sarà la leader cgil Susanna Camusso — che pochi giorni fa ha annunciato, vista la sua distanza da Renzi, che non voterà più il Pd — ma nessun esponente dell’esecutivo (ci sarà però un insegnante, a pochi giorni da uno sciopero della scuola contro il governo). Ovviamente ci sarà l’Anpi, con il presidente Carlo Smuraglia che in questi giorni è stato molto critico verso l’Italicum. In piazza, poi, anche quelle sigle, la galassia della coalizione sociale di Landini, che stanno cercando di rendere visibile un’opposizione, da sinistra, al premier. Il tema del corteo è uno, storico, e inequivocabile. Ma le incursioni degli argomenti del presente potranno essere diverse.