Forza, eros, passato Se i capelli dicono tutto di noi
Significano cambiamento (più per le donne) e forza (più per gli uomini). Ma anche memoria e abbandono. Ecco i motivi
Per gli Indiani Navajo i capelli rappresentano la parte del corpo più vicina ai pensieri. E così, se all’altezza dell’attaccatura ci sono quelli più recenti, le punte invece trattengono i più lontani nel tempo. Per questo è importante portarli lunghi: significa avere memoria.
Non si tratta solo di tradizioni. I capelli dicono molto, moltissimo della persona a cui appartengono. «I capelli parlano — conferma lo psichiatra e direttore di Riza Psicosomatica Raffaele Morelli —. Sono un organo del linguaggio del nostro corpo».
Ognuno dei (quando va bene) 100 mila capelli che crescono sulle teste di un individuo racconterebbe qualcosa sulla sua personalità. L’hanno capito bene a Real Time, canale su cui, la domenica sera, va in onda Hair, un talent show per aspiranti parrucchieri. Il programma, sicuramente anche per merito del suo conduttore, Costantino della Gherardesca, finisce ogni settimana tra gli argomenti più commentati di Twitter. Segno non solo che la trasmissione piace, ma che l’argomento c’è.
I capelli parlano. La connessione tra il carattere e gli stati d’animo di una persona e la sommità della sua testa è forte e, il più delle volte, piuttosto evidente. Basta pensare alla netta virata tricologica di Obama verso il grigio da quando è appesantito da pensieri presidenziali. Nel numero appena uscito di Vogue, una giornalista ha poi spiegato come non solo i suoi cari, ma perfino lei stessa si senta una persona diversa da quando ha deciso — in piena controtendenza rispetto all’immaginario glamour del suo ruolo — di ricoprirsi di dread alla Bob Marley. E anche Coco Chanel ricordava: «Una donna che si taglia i capelli è in procinto di cambiare la sua vita». Non è solo una bella frase. Perché i capelli «rappresentano l’identità e hanno un legame con l’eros, con il desiderio che cresce ma va ordinato. Per questo piace se vengono accarezzati. Rappresentando gli istinti, in molte culture per espiare i peccati bisogna tagliarli», riprende Morelli.
Esistono differenze di genere: «Una donna nei capelli vede la sua femminilità, un uomo la forza, la virilità. Perderli è un trauma». E c’è anche una spiegazione al perché le donne sono attentissime anche a variazioni millimetriche della loro acconciatura mentre gli uomini a fatica se ne accorgono: «Le donne mutano, sono sensibili al cambiamento, la loro struttura cerebrale funziona così e trasferiscono questa tendenza anche sui capelli: li tagliano, li acconciano, cambiano colore. Sono tutti stati mentali. Gli uomini hanno una mente più strutturata sulla sosta. Basta pensare alla frequenza con cui variano gli abiti femminili rispetto a quelli maschili, che per certi versi sono gli stessi dall’Ottocento».
Non solo. Molto forte è la relazione anche con alcune patologie: «Uno dei primi sintomi che colpisce chi soffre di depressione è che smette di curare i capelli (e la barba). L’alopecia, cioè la caduta dei capelli, è spesso legata all’abbandono». Ogni modo di portare i capelli rivelerebbe un modo di stare nel mondo. Lo sa bene Mimmo De Santis, titolare del salone Donna International di Milano. Sotto le sue forbici dal 1974, quando ha iniziato come assistente di Aldo Coppola, finiscono donne bellissime, modelle, attrici. Spiega: «Le donne hanno voglia di cambiare, desiderano sempre essere qualcun altro, solo che spesso non sanno essere obiettive».
Le proiezioni (distorte) che ognuno ha di sé non permetterebbero di capire che un certo taglio o colore non è adatto a noi. Proprio perché non è solo una questione di capelli: «Mi sono sempre rifiutato di fare quello in cui non credo. Ricordo delle discussioni pesanti con diverse clienti per questo. Quando vogliono a tutti i costi dei tagli che vedono magari su qualche attrice ma che non vanno bene per loro, capisco che c’è un problema di scarsa personalità. I capelli parlano del nostro carattere». E non a caso è in quelle che vengono considerate «le età cruciali» della vita di una persona che si concentrano le richieste di cambiamenti più vistosi: «Si sceglie di trasgredire l’ordinario attraverso i capelli».
Eppure le chiome non parlerebbero solo di chi le porta. Esistono dei riflessi anche economici. Secondo una ricerca giapponese, i capelli lunghi sarebbero tipici delle economie in crescita mentre i tagli corti diventerebbero i più richiesti nelle fasi di recessione. Tra le tendenze di questa estate c’è il lungo. Speriamo.