Maglia ma solo naturale: «Abbiamo imparato dalla terra»
Gli inventori del marchio Fabiana Filippi. Origini contadine ed export arrivato al 75 per cento
La maglia è tornata di moda e sarà una delle tendenze forti anche del prossimo inverno. Quasi un antidoto morbido, un abbraccio contro la durezza della recessione. Con ritorno anche del poncho, la mantella in lana che spopolò durante la crisi energetica degli Anni 70. La nuova voglia di tenerezza aiuta i fatturati delle aziende umbre, regione culla della maglieria made in Italy. Non lontano da Perugia, a Giano dell’Umbria, circondato da ulivi, c’è lo stabilimento di Fabiana Filippi, un’azienda familiare nata dalla determinazione dei fratelli Giacomo e Mario Filippi Coccetta, 55 e 49 anni, che rivendicano di essersi inventati un’attività ben diversa da quella dei genitori, agricoltori.
«La terra ci ha insegnato due valori fondamentali, il senso del sacrificio e il rispetto degli altri» sottolinea Mario Filippi presidente e amministratore delegato. «L’azienda familiare diventa una forza se c’è un grande rispetto dei ruoli», spiega. «Mio fratello Giacomo è il “motore” della produzione. In fabbrica lavorano anche sua moglie Donatella e la figlia Fabiana, nata 30 anni fa contemporaneamente alla costituzione dell’azienda». Fu proprio Mario a voler creare una griffe con un nome di donna, intuizione che si
Fattore umano Senso del sacrificio e rispetto degli altri: ecco i nostri valori In azienda siamo in cento, il fattore umano viene prima di tutto
rivelerà vincente sui mercati esteri (in quando prova dell’italianità) dove oggi l’azienda realizza il 75 per cento del fatturato (nel 2014 chiuso a 65 milioni con una crescita del 12%). Principali mercati: Europa, Far East, America. «I nostri capi devono accarezzare il corpo» sottolinea spiegando che «maestra» della moda morbida umbra fu Luisa Spagnoli «aveva creato un indotto formidabile». Mostra la collezione del prossimo inverno fatta di tuniche in pelle traforate unite al cashmere in punto rasato, maglioni in cashmere «quasi brinato» spruzzati a mano, la gonna longuette portata con la cappa lunghe che diventa gilet. Tutto nei colori rassicuranti, bianco opaco, da abbinare a grigio, mastice, mattone, petrolio.
Il rispetto per la terra esce nella passione per i La filosofia Oggi la consumatrice ha una grande competenza, ama crearsi un proprio stile. La nostra filosofia è farla sentire bene con capi sempre un po’ morbidi filati naturali: cashmere, lana, lino, cotoni. «Usiamo solo fibre nobili, nessuna fibra acrilica, nessun colore sintetico. Unica eccezione per le membrane tecniche degli spolverini», sottolinea l’imprenditore. «Prodotti che nascono dalla manualità dei nostri artigiani — 100 persone in azienda, oltre all’indotto —». Maglia e capispalla in lana (anche tessuti su antichi telai) che puntano sul rapporto qualità/prezzo: una giacchetta stile Chanel lana-seta-cashmere costa 500 euro.
Il «fattore umano da noi è importantissimo», ribadisce Filippi Coccetta ricordando il momento più difficile: «Avevamo comprato del cashmere con le cambiali ma non avevamo i soldi per pagarle. Dopo una notte insonne chiamai il fornitore e gli dissi la verità. Capì la situazione e ci diede fiducia. Il rapporto non si è mai interrotto». Conservare uno stile senza tempo è la sfida della moda. «A rinnovare maglie e giacche sono le lavorazioni, gli accostamenti di materiali, lo studio di forme che è quasi impercettibile. Oggi la consumatrice ha una grande competenza, ama crearsi il proprio stile. La nostra filosofia è farla sentire bene con capi sempre un po’ morbidi e sofisticati senza prevaricare la sua personalità. Prima viene la donna, poi la consumatrice».