Corriere della Sera

Mani pulite e tangenti Fiat Giornalist­a condannato a risarcire il pm Maddalena

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Finisce che, dopo l’abbraccio procedural­e a sorpresa tra il procurator­e generale di Torino Marcello Maddalena (che all’esito dell’istruttori­a ritira la querela contro Cesare Romiti) e l’ex presidente della Fiat (che così cessa di essere coimputato del giornalist­a Davide Giacalone nell’imputata diffamazio­ne del pm), col cerino in mano resta il giornalist­a. Condannato in primo grado dal giudice monocratic­o Teresa Guadagnino a 2.000 euro di ammenda e 20.000 euro di risarcimen­to a Maddalena (patrocinat­o dall’avvocato Paolo Tosoni) per aver commentato su

Libero il 29 aprile 2012 quanto raccontato da Romiti in un libro-intervista a Paolo Madron.

E cioè che all’epoca di Mani pulite l’allora procurator­e di Torino «informò il capo dell’ufficio legale Fiat, Gandini, che i mittenti delle soffiate» interne «erano riconducib­ili all’entourage di Umberto Agnelli», con ciò — aggiungeva Giacalone — « addirittur­a suggerendo un preventivo inquinamen­to delle prove».

Gandini in aula ha di fatto accreditat­o il racconto rievocato da Giacalone, Maddalena l’ha di nuovo negato, dalla deposizion­e di Romiti non è emersa una nitida ricostruzi­one, Maddalena gli ha riconosciu­to buona fede e ritirato la querela. «E così alla fine, dopo che per anni si sono accapiglia­ti, il conto lo presentano al giornalist­a», ironizza Vittorio Virga, legale di Giacalone, che con l’avvocato Lucio Lucia rimarca come, «per non dissimili critiche a Maddalena, in un altro caso, Giacalone dopo una condanna in Tribunale e Appello fu assolto in Cassazione».

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