Milan, brutto ko a Udine L’Inter batte la Roma
I nerazzurri domano la Roma A Hernanes replica Nainggolan Ci pensa Icardi al gol vittoria
dell’azione gli è stata fatale al momento di calciare. La Roma ha provato a riequilibrare la gara, ma senza creare veri pericoli, mentre i nerazzurri sono stati frettolosi nelle ripartenze. L’episodio più divertente dell’umida serata ha coinciso con l’espulsione di Andrea Romeo, arbitro fino al 2013 (sezione di Verona) e ora team manager interista, allontanato da Orsato (Schio, Vicenza) per proteste (un fallo a metà campo).
Frenetico l’inizio della ripresa, fra due squadre che hanno cercato di sfruttare la loro imperfezione: Icardi, ad esempio, ha messo due volte sotto pressione la difesa giallorossa, ma con una gestione più altruista della palla, l’Inter si sarebbe avvicinata al raddoppio. Garcia ha richiamato Totti, inserendo Keita, con Pjanic trequartista (più libero di inventare, prima che la caviglia lo mettesse fuori) e accentrando la posizione di Ibarbo e Gervinho per semplificare i movimenti. La Roma ha cominciato a correre meglio, ha trovato velocità e ha preso in mano la partita: Florenzi, con un destro potentissimo, ma alto, ha costruito la prima occasione della ripresa. E l’Inter, poco sostenuta da Guarin e Hernanes, ha pagato l’errore di Ranocchia (palla a Pjanic) e ha subito il pareggio, su un destro violento di Nainggolan, che Handanovic non ha nemmeno visto partire.
Essendo inutile il pareggio, le due squadre hanno continuato a battagliare, senza paura; in un minuto, l’Inter ha avuto la palla del 2-1 con Guarin (risposta di De Sanctis), la Roma sulla punizione di Pjanic (salvataggio di Handanovic e poi di Vidic). Mancini ha accettato di giocare al rischiatutto, mettendo in campo tutti gli attaccanti disponibili e da lì è venuto l’episodio che ha cambiato il destino di Icardi (aveva sbagliato tutto) e spinto i nerazzurri per ora al sorpasso sul Milan. La zona Europa League non sarebbe nemmeno lontana, se l’Inter non fosse ancora inaffidabile, come si è visto con Cesena e Parma.
Espulsione curiosa Orsato ha espulso per proteste Romeo, ex arbitro, ora team manager dell’Inter
casa manca solo un po’ di quella concretezza che trova nella ripresa, quando il Milan scoppia del tutto: Pinzi sblocca su azione di calcio d’angolo, Badu chiude il conto anticipando Rami e sfruttando alla grande il cross morbido sul primo palo di Guilherme. Lo stadio Friuli applaude i suoi beniamini, la famiglia Pozzo festeggia due volte: la vittoria sui rossoneri e la promozione in Premier League del Watford, che garantirà una valanga di milioni.
Il Milan, invece, tocca uno dei punti più bassi della sua tormentata stagione. Il primo tiro nello specchio della porta è il colpo di testa vincente firmato da Pazzini, secondo gol in campionato, due minuti prima del 90’, quando ormai la partita è volata via. Così il destino di Inzaghi è segnato. Pippo sperava di trovare in Friuli i punti per alimentare la rincorsa alla zona europea e puntellare la sua panchina.
Invece, in 90 minuti sbagliati, perde tutto. Forse perché niente ha in mano. Il Milan incassa il decimo gol su calcio d’angolo (record negativo in compagnia del Cesena) e non riesce mai a ripartire. Una squadra senza idee, senza gioco, senza l’intensità di chi dovrebbe avere l’orgoglio di non voler sprofondare nel buio. Il Diavolo è rassegnato dall’inizio alla fine dietro il 4-3-3 con Pazzini centravanti e un centrocampo inesistente in cui a fianco di De Jong ci sono Van Ginkel e Bonaventura. Pippo prova timidamente a cambiare l’inerzia della partita con Cerci e il 4-2-3-1 e con Destro e il 4-13-2. Tutto inutile. Non c’è reazione. Encefalogramma piatto. Anche fisicamente l’Udinese sembra di un altro pianeta. Inzaghi pare non avere più frecce nel suo arco. Una caduta così verticale nessuno se l’aspettava. Perciò sin dalla prossima partita, il turno infrasettimanale contro il Genoa, l’allenatore e la squadra dovranno dare risposte convincenti. Altrimenti il vecchio eroe dell’area di rigore potrebbe conoscere l’umiliazione di un esonero in corsa.
In castigo a Milanello Né gioco, né gambe, encefalogramma piatto Berlusconi e Galliani mandano tutti in ritiro Stramaccioni La salvezza è quasi raggiunta ma non vogliamo mollare, martedì c’è l’Inter