Eurogruppo in pressing su Atene: intesa subito
Dopo l’altolà a Varoufakis, i ministri delle Finanze accelerano per evitare il default Dijsselbloem: la Grecia ha liquidità per due settimane ma non si è mai parlato di uscita dall’euro
La reazione ora si attende ad Atene. Dopo l’altolà dato dai ministri finanziari dell’Eurogruppo al collega greco Yanis Varoufakis, giudicato un interlocutore vago e inaffidabile, le conseguenze politiche delle tensioni di Riga sono nelle mani del premier ellenico Alexis Tsipras. Lui, Varoufakis, bersaglio della sorprendente e corale sfuriata, ieri non ha fatto trasparire nulla riguardo alle possibili ripercussioni sul suo futuro nel governo. Chi ha avuto modo di parlargli lo ha descritto «abbattuto» per le critiche e l’insofferenza di cui è stato oggetto, ma non così demoralizzato da abbandonare in anticipo europeo agli Affari economici Pierre Moscovici.
Nessuno a Riga ha comunque voluto pensare a una uscita della Grecia dall’euro. « È un’ipotesi molto lontana, se si verificasse vorrebbe dire che l’euro non è irreversibile» ha insistito il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan mentre Moscovici ha ribadito che «esiste un solo piano quello che vede Il rendimento dei titoli decennali greci la Grecia riformata nell’eurozona». Di certo, però, con Atene in grado di restare in piedi solo per altre due settimane, come hanno confermato i calcoli di Fmi, Commissione Ue, Bce ed Esm, il problema di cosa succederà se l’intesa non dovesse andare in porto, resta. «Qualcuno ha evocato l’idea di un piano B, ma non si è mai parlato di un’uscita della Grecia dall’euro» ha riferito Dijsselbloem citando le preoccupazioni del ministro sloveno.
Cosa farebbero, cioè, i governi dell’Eurozona, pur con i mercati provvidenzialmente protetti dalle misure espansive della Bce, nel caso si arrivasse alla resa dei conti con le casse vuote di Atene? Interverrebbe l’Esm, il fondo salva Stati? «È chiaro che il tempo sta finendo ma anche che la soluzione non può arrivare dalla Bce, che ha un mandato limitato» ha chiarito il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, mentre il ministro tedesco Wolfgang Schäuble ha ribadito che «sarà fatto di tutto ma la domanda che non ha risposta é se tutto quello che noi possiamo fare sia sufficiente, perché la responsabilità è della Grecia». «Tutti noi vogliamo ricevere dalle autorità greche una lista completa di riforme strutturali, in un contesto credibile di bilancio» ha spiegato Padoan.