Corriere della Sera

Faccia a faccia del ministro con Tsipras Le voci di dimissioni, poi la smentita

L’incontro al ritorno dal vertice di Riga per decidere la linea sul negoziato

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Nicastro

la riunione. Al contrario ha partecipat­o al dibattito dell’Ecofin, dove impermeabi­le alle critiche ricevute, sembra abbia rilanciato l’idea di far intervenir­e in aiuto della Grecia la Bce con risorse stralciate dal programma di Quantitati­ve easing ed è rimasto al suo posto fino alla chiusura dei lavori.

I ministri europei, del resto, hanno guardato oltre, sicuri che la contestazi­one dell’Eurogruppo possa spingere Atene ad accelerare il percorso verso un accordo in grado di sbloccare gli aiuti e quindi salvare la Grecia dalla bancarotta. L’altolà a Varoufakis «è servito ad aggiungere urgenza extra al processo in corso per arrivare ad un’intesa» ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselblo­em. «C’è irritazion­e, certo, perché il tempo preme. Ma la discussion­e è stata ferma e chiara e il messaggio è stato ascoltato» ha aggiunto il commissari­o

Yanis Varoufakis? Chi era costui? Può non mancare molto e come don Abbondio anche il primo ministro greco Alexis Tsipras potrebbe dire del suo ministro dell’Economia «un professoro­ne, uno che sapeva tante teorie, ma in fondo, chi era Varoufakis?». L’economista rock star è diventato scomodo. Al principio era stato un toccasana per l’immagine del Paese. Invece di un grigio burocrate da «Grosso, grasso matrimonio greco» (film cult del 2002), il governo più povero d’Europa ha saputo presentare un ministro hollywoodi­ano, muscoloso e rapato come Bruce Willis, col giubbotto di pelle come James Dean, le camice a fiori come… Varoufakis che per primo le ha portate in Europa dall’Australia. Sex symbol, in patria e fuori, il marchio Varoufakis brilla anche in libreria dove vende moltissimo e sui social network (400 mila follower su Twitter). Ammirato ovunque, insomma, tranne che all’Eurogruppo dove servirebbe alla Grecia. Il giornale tedesco Bild ha lanciato venerdì il tormentone: si dimette. Atene ha smentito. Forse è un desiderio di molti colleghi europei, forse un invito recapitato a mezzo stampa, ma vera o falsa, l’uscita di scena di un peso massimo come Varoufakis potrebbe dare una scossa a negoziati.

Tsipras ha incontrato il suo ministro ieri pomeriggio. Colloquio top secret. Varoufakis ha lasciato l’ufficio sulla sua Yamaha nera (opaca) senza dichiarazi­oni. Ultimo segnale conosciuto una vignetta twittata da Riga che mostra un politico sulla cima di una montagna di soldi che rimprovera un disoccupat­o greco di voler «rovinare l’economia». Un segnale di guerra, non di resa, ma tant’è, rispedire il professore in qualche università del mondo carico di fama non sarebbe un grave torto se in cambio l’Europa decidesse di mollare su alcuni dettagli. L’aumento dell’Iva, il

Selfie

Il ministro delle Finanze della Repubblica Ceca, Andrej Babis ( a destra) si fa un «selfie» con il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, sorridente nonostante le critiche dei colleghi, durante la riunione informale dell’Ecofin, cui partecipan­o i ministri economici e finanziari della Ue, a Riga, in Lettonia ritorno alla contrattaz­ione collettiva o qualche miliardo di interessi, ad esempio.

«Potrebbe essere un sacrificio utile» dice uno sherpa greco che partecipa alle trattative con l’ex troika. Per Atene finalmente un’alternativ­a winwin, con entrambe le soluzioni vincenti. L’ex ministro non rimpianger­ebbe i noiosi buffet tra ministri (che comunque marina con regolarità), il governo avrebbe qualche credito da mettere sulla bilancia dei debiti. Se anche Tsipras decidesse di eliminare una personalit­à ingombrant­e, però, l’obiettivo del nuovo negoziator­e rimarrebbe lo stesso di Varoufakis: rilanciare l’economia, evitare altri sacrifici, salvare lo Stato sociale. È esplicito Vassilis Primikiris, membro del Comitato centrale di Syriza: «Siamo un partito vecchia maniera. È il Comitato centrale a imporre ai ministri cosa fare. Noi discutiamo la linea politica, prendiamo le decisioni di programma e poi i ministri le mettono in pratica. Oggi può esserci Varoufakis, domani un altro. Ma la politica che porta avanti non è farina del suo sacco. È stata discussa, elaborata e approvata da tutto il partito».

Su Twitter Il ministro ha twittato una vignetta che mostra un politico sulla cima di una montagna di soldi che rimprovera un disoccupat­o greco

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