Corriere della Sera

«Caro Enrico, e i tuoi saggi?». Il duello costituzio­nalisti-ex premier

Clementi, Barbera e Ceccanti, tra i 35 della Commission­e voluta da Letta: contesta una legge che è anche figlia sua

- M.Antonietta Calabrò mcalabro@corriere.it

«Caro Enrico, do you remember Quagliarie­llo? Era il ministro delle Riforme istituzion­ali del tuo governo e guidava la Commission­e dei 35 saggi?». Stefano Ceccanti non si sottrae a un nuovo scambio di risposte con Enrico Letta, dopo che venerdì l’ex premier aveva espresso dubbi «sull’opportunit­à di approvare riforme a maggioranz­a risicata». E lo stesso fa Augusto Barbera: «Il protagonis­mo del governo in materia di riforme istituzion­ali, lo hai inventato proprio tu, Enrico, dopo il fallimento del governo Monti, e l’insuccesso di formare un governo a guida Bersani, lo ricordi? ».

A loro si aggiunge Francesco Clementi. Ceccanti, Barbera e Clementi facevano parte proprio della Commission­e dei 35 saggi e via Twitter e blog hanno spiegato che non riescono a capire perché Letta oggi si mette di traverso sull’Italicum. Semmai, aggiunge Clementi, «Enrico dovrebbe intestarsi la paternità del lavoro: non è un buon motivo contestarl­o, perché non si è riunon sciti a portarlo in porto». In gioco l’agognata riforma del sistema elettorale, e cioè l’approvazio­ne definitiva dell’Italicum, gli equilibri all’interno del Pd, la fiducia e, secondo quanto detto dal premier Renzi, lo stesso governo.

Sempre Clementi dice: «Stimo Enrico come uno che al di là del posizionam­ento politico è sempre attento a mantenere un profilo riformista e giudicare la realtà delle cose, ebbene l’Italicum costituisc­e quella che si può definire “una precondizi­one di sistema”, e l’unica differenza con la proposta della “sua” Commission­e di saggi è che il premio di maggioranz­a va alla lista e anche alla coalizione». Barbera spiega perché questo cambiament­o non è per niente liberticid­a: «Nel 2013 abbiamo trovato l’accordo sul governo del primo ministro, così come avviene in Spagna, Inghilterr­a e Germania. Una riforma per far funzionare il sistema modificand­o solo la legge elettorale. L’Italicum migliora quell’accordo correggend­o uno dei difetti più gravi del maggiorita­rio e cioè la formazione di coalizioni eterogenee in grado di vincere, ma non di governare. Basta ricordare i governi Berlusconi con Lega e An, e il nostro governo Prodi che andava da Mastella a Turigliatt­o». Secondo i tre costituzio­nalisti, Letta, inoltre «non disconosce il merito» della questione. Ceccanti:

Esperti Da sinistra Stefano Ceccanti, Augusto Barbera e Francesco Clementi «Letta firmò anche il referendum Guzzetta». Ma Letta sostiene che è una questione di metodo: niente «aut aut». Risponde Ceccanti: «L’eventuale voto di fiducia è perfettame­nte legittimo, dal momento che il Regolament­o della Camera permette il voto segreto anche per questioni politiche che non coinvolgon­o scelte di coscienza, a differenza del Senato. Ci sono vari precedenti su questioni istituzion­ali. Lo adottò De Gasperi nel 1953, Andreotti nel 1990 e prima di Andreotti De Mita, di fatto, nel 1988».

Governo e riforme Barbera: il protagonis­mo del governo sulle riforme l’hai inventato proprio tu

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