Corriere della Sera

L’ex premier pensa a «un altro ‘94», ma per questo serve anche un nuovo leader

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Così le dichiarazi­oni di Marina contro Renzi hanno alimentato l’idea che il progetto di famiglia non sia stato (del tutto) accantonat­o. Sia chiaro, non c’è nulla di imminente, anzi. In questi ultimi anni — fianco a fianco con il padre — la figlia sostiene di aver maturato «diffidenza e avversione verso le logiche della politica». Inoltre l’affondo nei riguardi del premier aveva un obiettivo tutto interno al gruppo, si trattava di un esercizio di leadership aziendale, un modo cioè per affermare definitiva­mente una linea non più condiscend­ente verso il capo del Pd, «anche perché le nostre società sono quotate in borsa e noi non abbiamo nulla da temere». Insomma, la numero uno di Mondadori si è mossa fuori dal perimetro del famoso «campo», ma proprio il piglio mostrato con Renzi non esclude una sua «discesa in campo». operazioni finanziari­e: Forza Italia diventerà la «bad company» dove scaricare un fatturato politico che è a saldo negativo e che non dovrà pesare sul bilancio della «newco». «In attesa di trovare un nuovo leader, dobbiamo costruire un nuovo partito», ha detto l’altra sera ai gruppi parlamenta­ri. Ed è naturale l’ostilità di chi si sente già rottamato, si capisce la reazione di Denis Verdini, ormai prossimo al distacco, e che ritiene di aver scorto il disegno: «Più volte Silvio ha iniziato a preparare sua figlia, ma lei non è il padre. E comunque io vado avanti per la mia strada».

Si vedrà se i Berlusconi prenderann­o l’eredità politica di Berlusconi per evitare che «il patrimonio vada disperso». Servirà che coincidano timing e opportunit­à, perché oltre i voti c’è da gestire anche l’altro patrimonio di famiglia.

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