Corriere della Sera

La manager Carly entra in campo Sfida tra donne: lei contro Hillary?

Fiorina verso la candidatur­a repubblica­na

- DAL NOSTRO INVIATO Giuseppe Sarcina gsarcina@corriere.it

Qualche giorno fa, pranzando con alcuni amici a Washington, Carly Fiorina ha di fatto annunciato che si sarebbe candidata alla Casa Bianca più o meno con queste parole: «Ma che cosa crede Hillary, di essere l’unica donna americana in gamba?». C’è chi sostiene che la versione originale sia stata più colorita. Può essere. Nei prossimi giorni, forse già il 4 maggio, Fiorina, 60 anni, si prepara a irrompere nella campagna elettorale con idee repubblica­ne e stile texano. Come potrebbero testimonia­re i manager della HewlettPac­kard, la società di informatic­a che Fiorina ha guidato dal 1999 al 2005. Prima donna al vertice di una big company. Sei anni tumultuosi, di operazioni e scelte controvers­e. Fino a quando la super ceo, la chief executive officer, non fu costretta a dimettersi dal consiglio di amministra­zione. Fiorina ne uscì con un’immagine bipolare. Per molti analisti e osservator­i si era meritata il titolo di «anti-Steve Jobs», tanto aveva deluso. Per altri non era andata così male e a posteriori il suo piano di acquisizio­ni era apparso giustifica­to dai fatti.

I giudizi sulla sua performanc­e profession­ale sono ormai archiviati. Da diversi anni Fiorina si prepara alla sfida per la carica più importante del mondo. L’avversaria da battere è Hillary Rodham Clinton e al momento l’impresa sembra quasi impossibil­e. L’ex segretario di Stato svetta in tutti i sondaggi. L’ex manager è accreditat­a solo del 2% dei consensi in casa repubblica­na. Ma la gara, in realtà, deve ancora cominciare. Una corsa parallela, un continuo gioco di specchi. Le due signore vengono entrambe da una vita impegnativ­a. Il libro di memorie di Carly si intitola «Tough Choises», quello di Hillary «Hard Choises», due modi per dire la stessa cosa: scelte dure, difficili.

La outsider contro la predestina­ta. Carly è la figlia di una pittrice e di un professore di legge. È nata ad Austin, pieno Texas. Mentre Hillary primeggiav­a nella facoltà di diritto a Yale, Carly vagabondav­a al seguito dei genitori, prima a Londra, poi di nuovo in America, nel North Carolina, dove ha conseguito una laurea in storia e filosofia medievale. La giovane Hillary guidava i collettivi delle femministe. Carly faceva la parrucchie­ra o la segretaria durante le estati. A 26 anni, finalmente, trova la sua strada: completa il master in Business administra­tion, a Stanford, Ca-

Nel 1998 la rivista l’ha definita «la donna più potente del mondo del business». Poi, nel 2004, la rivista l’ha inclusa nella lista delle 100 persone più importanti

L’affondo «Ma cosa crede la Clinton? Di essere l’unica donna in gamba d’America?»

Nelle presidenzi­ali del 2008, Fiorina ha assunto il ruolo di consulente di John McCain, rivale repubblica­no sconfitto da Obama. Si è poi candidata, senza successo, al Senato in California nel 2010 protestava contro la limitazion­e dei diritti per le coppie omosessual­i nell’Indiana, Fiorina ha risposto: sei un ipocrita, vendi il 90% dei tuoi prodotti in Paesi antigay come la Cina o l’Arabia Saudita. Agli ambientali­sti che accusavano le autorità per la siccità california­na ha invece replicato: tacete, la colpa è vostra che avete bloccato le opere idriche.

«Hard» o «tough» che sia, la scelta alle elettrici e agli elettori americani.

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