Corriere della Sera

L’imputato deciso a difendersi su tutta la linea «a costo di rischiare l’ergastolo»

- Giuliana Ubbiali gubbiali@corriere.it

Apparterre­bbe sempre allo stesso Bossetti il furgone Iveco bianco con il cassone che viene ripreso dalle telecamere nella zona di Brembate Sopra in un orario compatibil­e con la scomparsa di Yara. Anche in questo caso sono stati esaminati decine di veicoli di quel modello denza di un taglio netto. La difesa sa bene che se regge questo elemento, gli altri di contorno valgono come conferma. Così, è la battaglia più impegnativ­a, punta a minare le basi del pilastro: « Nel Dna c’è la componente nucleare del mio assistito ma non anche quella mitocondri­ale. L’anomalia va spiegata a processo». Per l’accusa è già chiarita: la traccia è mista con il sangue di Yara che può avere in parte coperto il profilo del presunto killer.

Poi c’è il resto. Come il furgone ripreso dalle telecamere mentre gira attorno alla palestra da cui scompare Yara, dalle 18 alle 18.47, per poi rispuntare alle 19.51. È l’Iveco Daily di Bossetti, è la certezza del pm che ha mobilitato il progettist­a e ha fatto fotografar­e oltre 2.000 mezzi simili nel Nord Italia: nessuno dei conducenti era a Brembate Sopra. Il furgone si vede bene solo in due immagini e va dimostrato che sia di Bossetti, è la linea della difesa. Quei fotogrammi sono le sole tracce del carpentier­e. Non si sa cosa abbia fatto il pomeriggio e la sera del giorno del delitto, se non per una fattura di materiale edile delle 14.30. E le sue spiegazion­i («Sono passato dal

Dal carcere

commercial­ista, dal meccanico, da mio fratello e dall’edicola») sono state smentite dalle verifiche. «Chi può ricordarsi che cosa ha fatto quattro anni prima?», obietta il difensore. I binari paralleli di accusa e difesa si incroceran­no a processo. Ciascuna parte spiegherà la portata anche degli altri indizi: le fibre sui leggings e sul giubbotto di Yara identiche anche nei quattro colori a quelle dei sedili del furgone di Bossetti, la telefonata dell’imputato alla madre Ester Arzuffi quando la 13enne fu ritrovata senza vita nel campo di Chignolo d’Isola e quell’acquisto di un metro cubo di sabbia, proprio a Chignolo, il 9 dicembre, a tredici giorni dalla scomparsa della bambina.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy