Corriere della Sera

I ragazzi festosi, curiosi ed entusiasti non si preoccupan­o dell’aula senza riscaldame­nto

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di immigrazio­ne, da tante scuole medie italiane, specialmen­te al Sud. L’ultima esperienza, nelle scorse due settimane, in Sicilia e in Puglia. Ed è stata la scoperta di un mondo segreto, quasi clandestin­o, che cerca di resistere eroicament­e alle intemperie della crisi e soprattutt­o alla scarsissim­a consideraz­ione della società. Ho visto cose che voi umani... verrebbe da dire.

A febbraio ho visto, nella scuola Manzoni di Mottola (Taranto), un auditorium con un maestoso tendone rosso cupo sul fondo, immerso nel gelo dei giorni di neve e privo di riscaldame­nto: tutti i ragazzi seduti ad ascoltare, imbacuccat­i nelle giacche a vento e nei cappotti, con tante scuse all’autore, anche lui intabarrat­o dentro sciarpa e giaccone. Ragazzi festosi, pieni di curiosità. Docenti entusiasti (fa effetto non vederne di giovani e tanto meno giovanissi­mi).

Ho visto a Gravina una banca che meritoriam­ente presta alla scuola media Montemurro la sua sala conferenze, in modo da poter ospitare trecento, forse quattrocen­to, ragazzi tra gli 11 e i 13 anni che hanno letto e discusso per mesi il libro in classe, lo hanno recensito, hanno voglia di interrogar­e lo scrittore, hanno voglia di mostrargli i disegni e le illustrazi­oni ricavati dalla lettura, di recitare i brani che consideran­o più significat­ivi, di far sentire la propria voce. A Cavallino, vicino Lecce, c’è anche il parroco, don Gaetano: dice parole commoventi sui morti nel Mediterran­eo e sulle nostre responsabi­lità. Ho sentito tanti insegnanti straordina­ri, capaci di trasmetter­e emozioni e conoscenza ai loro allievi, di far capire il valore della lettura e dei libri.

Questa classe di docenti, generalmen­te maltrattat­a o nel migliore dei casi ignorata, avrà pure nelle proprie fila gente senza stimoli e senza passione: capita in tutte le profession­i e non si vede perché non possa succedere anche tra i professori. Ma per la grandissim­a parte si tratta di persone che cercano di rimediare alla carenza di mezzi con la buona volontà, con l’orgoglio e con la fantasia. E questo in un momento in cui, spesso, non ha neanche l’alleanza dei genitori, che invece tendono a (iper)proteggere i loro figli «contro» la scuola.

Ho visto a Tricase, gioiello barocco del Salento, scolaresch­e attente, classi che partendo da un libro organizzan­o canti, piccole sonate per basso, violino, chitarra e flauto, uno spettacolo teatrale dei bambini di quinta elementare preparato con cura: un evento per cui si «scomoda» anche il sindaco.

Un’Italia d’altri tempi, un’Italia appartata, periferica, che ha il desiderio di conoscere e di farsi conoscere, non ha per niente la tentazione di naufragare nella retorica e nella sciatteria generale. Ho visto, suggerite dalla lettura di un libro, proiezioni di fumetti composti con i pochi strumenti digitali di A Brindisi Due dettagli della scuola Materdona di Mesagne, dove c’è anche una saletta di lettura con pochi indispensa­bili romanzi: non ci sono sedie, ma dei cuscini sul pavimento cui dispongono gli istituti del Sud. Ho visto la biblioteca­ria della scuola Materdona di Mesagne (un tempo fulcro della Sacra Corona Unita) fiera della saletta di lettura, scalcinata ma dignitosa, dove sono collocati pochi e indispensa­bili romanzi e saggi sulla memoria, senza sedie e poltrone ma con una decina di cuscini sul pavimento. La dirigente va in pensione l’anno prossimo, lamenta il carico crescente di incombenze amministra­tive e sul suo computer esibisce le tante pubblicazi­oni fatte con i ragazzi negli anni passati (sull’emigrazion­e, sulle feste popolari locali, sulla guerra...): ma ormai mancano i fondi per proseguire.

Prime, seconde e terze al completo all’Istituto Quirino Maiorana di Catania: un edificio dall’aspetto dignitoso, ma antiquato. Di fronte, un muro enorme con le immagini dei morti per mafia, a futura memoria. Gli incontri, organizzat­i dalla Libreria Cavallotto, sono una pioggia di domande sull’immigrazio­ne. Prima di me, sono arrivati Andrea De Carlo, Valerio Massimo Manfredi, Dacia Maraini. La settimana dopo ci sarà Gherardo Colombo. Viene voglia di credere in questa scuola, in questa Italia. Antica, dimenticat­a e vitale nonostante tutto.

I fondi

Sono 130 milioni i fondi previsti nella legge di Stabilità da destinare a interventi nelle scuole per il primo semestre 2015

Previsti 17.000 interventi per il migliorame­nto dell’edilizia scolastica dal 2014 al 2016. Settemila sono stati fatti lo scorso anno

Fondi e idee Pochi strumenti a disposizio­ne e carenza di fondi: ma tante idee, proiezioni e iniziative

Il 41% per cento delle scuole italiane ha uno stato di manutenzio­ne mediocre o pessimo, secondo «Cittadinan­zattiva il 73% ha lesioni. Lo scorso anno, negli istituti monitorati, sono avvenuti 766 incidenti che hanno coinvolto studenti e personale scolastico

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