Corriere della Sera

Il rebus dei tempi per i semafori pedonali Regole vecchie di 23 anni che nessuno conosce I tecnici: è più sicuro il conto alla rovescia

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piace e che non garantisce la sicurezza del pedone». L’ingenere Enrico Pagliari, coordinato­re dell’area tecnica dell’Aci e membro dell’Aiit (l’Associazio­ne per l’ingegneria del traffico e dei trasporti) non ha dubbi: «Intanto induce confusione, io stesso la prima volta me la sono fatta spiegare. E poi, il calcolo di un metro al secondo va bene per una persona normodotat­a che nemmeno si distrae, non per chi ha un passeggino o i pacchi della spesa».

Proprio Aci e Aiit hanno proposto formule diverse: semafori con solo due colori, il verde e il rosso scanditi da un conto alla rovescia in secondi; e una stima della «velocità» del pedone più bassa del 25% per cento, 0,75 metri al secondo. «Nessuna invenzione. È quello che si fa in altre nazioni, come negli Stati Uniti o in Nuova Zelanda».

Soluzione che non convince Antonio Pratelli, docente all’Università di Pisa del corso di Tecnica del traffico. «In fase di progettazi­one — spiega — si tiene in consideraz­ione in genere l’85% della popolazion­e, c’è sempre una coda che resta fuori. Non ha senso progettare un semaforo per la persona più lenta, oppure una strada a otto corsie in base al traffico del Lunedì di Pasqua».

Sicurament­e non è affare semplice individuar­e i giusti tempi di un semaforo, e lo sanno bene i sindaci subissati da valanghe di proteste. «Se il verde pedonale è troppo lungo, l’automobili­sta che si ferma e non vede attraversa­re nessuno, il giorno dopo passerà con il rosso. E questo deve essere assolutame­nte evitato, la sicurez-

Il caso

Sul «giallo» per gli automobili­sti la Cassazione ha stabilito che le multe sono valide se la durata è di almeno 3 secondi

Negli scorsi anni hanno sollevato polemiche e processi le telecamere sui semafori che multano chi passa con il rosso (con gialli troppo brevi)

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