Melfi, quattro storie di nuovo lavoro Francesca, 24 anni, operaia in verniciatura: «Questo contratto è una rinascita» Le voci dallo stabilimento dove Fiat Chrysler ha assunto 1.500 persone
ho vissuto metà anno in cassa di integrazione sul vecchio modello, la Punto, ora con l’assegnazione della Fiat 500X e della Jeep Renegade siamo quattro squadre su 20 turni».
Quando avete capito che la fabbrica ricominciava a vivere?
«Con la visita, nel 2012, del presidente John Elkann, del dottor Marchionne e dell’allora presidente del Consiglio Mario Monti — interviene Pasquale Muscillo, dipendente da 18 anni — abbiamo capito che era necessario fare una scelta, accettando il nuovo, lavorando sabato e domenica, pur di avere l’assegnazione di queste due vetture. Il bonus è un segno di riconoscenza».
Nella conversazione si inserisce una ragazza di 24 anni, Francesca Fensore, neoassunta con il contratto interinale che scade a luglio: «Quel bonus incentiva ancora di più la crescita,
Pasquale
«Il bonus che il dottor Marchionne ha deciso di darci è un segno di riconoscenza per l’impegno che abbiamo messo», dice Pasquale Muscillo, da 18 anni dipendente Fiat sono stata negli Stati Uniti, ho visitato la Chrysler e penso che Melfi non abbia nulla da invidiare».
Ma che cosa rappresenta questa assunzione?
«Un motivo di rinascita — spiega Francesca — ho lavorato come contabile per 5 anni, qui mi hanno destinata al reparto di verniciatura, sigillo le scocche. Sono molto determinata, essere occupata in una multinazionale, io che ero abituata a piccole realtà, lo considero una grande opportunità, parto da zero per migliorare».
«Sono assunto da un mese, interinale anche io — interviene Giuseppe Galizia, un ingegnere elettronico di 33 anni — ho avuto diverse esperienze in fabbriche dove mi dicevano che non c’era futuro, finalmente sono entrato in una realtà in cui ho capito che avevo un avvenire. Per la prima volta da quando mi sono laureato, pur
Francesca
Da contabile al reparto verniciatura per sigillare le scocche. Ma per Francesca Fensore, con contratto interinale fino a luglio, «questa è una grande opportunità: parto da zero» facendo l’operaio, vedo la sicurezza del mio domani».
Non le costa rinunciare alla sua specializzazione?
«No, qui come operaio guadagno lo stesso salario che, al Nord, mi offrivano per fare l’ingegnere, in più avrei dovuto trovarmi una casa e pagare l’affitto. Qui, vivo a Baragiano, a un centinaio di chilometri, ma li percorro tutti i giorni con un entusiasmo che nessuno immagina».
Pasquale, invece, abita in Lucania, a Genzano «solo 60 chilometri, un’ora di autobus, da 11 anni sono team leader, coordino i giovani, insegno, sono stato fortunato, all’inizio del 2013 sono stato mandato a Torino per seguire la progettazione dei due modelli».
Avete dovuto affrontare tecnologie totalmente nuove?
Carmela, anche lei divenuta, nel frattempo, capo di una squadra di 10 persone, immediatamente,
Giuseppe
Ingegnere elettronico, 33 anni, Giuseppe Galizia è stato assunto da un mese con contratto interinale: «Qui vedo la sicurezza del mio domani senza dover abbandonare la mia terra» conferma «ho visto la differenza tra una Punto e una Renegade e una 500X, da un’utilitaria siamo passati a due auto prestigiose, seguendone tutto il processo, dalla progettazione al prodotto finito, impegnati fisicamente e mentalmente 12 ore al giorno per risolvere ogni problema ma con la consapevolezza di dare il proprio contributo, un motivo di orgoglio, una motivazione in più».
Come vivete l’integrazione di due culture diverse, quella italiana e quella americana?
Rispondono all’unisono, tutti insieme, sovrapponendosi: «Noi abbiamo un asso nella manica, il mondo ama l’Italia, il marchio made in Italy è vincente, siamo incentivati, non parliamo in termini solo economici, ma a livello personale. Qui a Melfi ci sentiamo padroni del mondo».
Abbiamo un asso nella manica: il mondo ama l’Italia, il marchio made in Italy è vincente. E noi, qui a Melfi ci sentiamo padroni del mondo