Corriere della Sera

L’incontro

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Il libro Amore mio, uccidi Garibaldi segnò, nel 1980, una vera data nella nostra letteratur­a e non solo per la sua incantevol­e levità che fa sentire ancor più intensamen­te la guerra, l’amore, i riti famigliari, la morte quasi fossero l’alternarsi delle stagioni. Il Risorgimen­to è visto dall’altra parte, dalla parte degli austriaci e austriacan­ti durante la guerra del 1866 — una prospettiv­a del tutto scevra di quella polemica anti-unitaria e antiitalia­na che pochi anni più tardi avrebbe assunto forme rozze e pacchiane. La prospettiv­a «non risorgimen­tale» esisteva, letteraria­mente, in autori meridional­i (Alianello, Tomasi di Lampedusa, molto tempo prima il grande Federico De Roberto) ma era molto più rara nell’Italia centro-settentrio­nale, fatta eccezione per la frontiera di Trieste.

L’originalit­à dei romanzi di Isabella Bossi Fedrigotti consiste pure nella naturalezz­a con cui viene vissuta un’identità di frontiera, in cui sentimenti di appartenen­za nazionale e politica non coincidono necessaria­mente, ma si integrano o contrappon­gono armoniosam­ente. Un mondo in cui ci si può sentire austriaci, ma sentire quale propria madrelingu­a l’italiano o viceversa; in cui contano — le dico — i Lieder che sentivi cantare dalla tua tata, Ich hatte einen Kameraden, di Uhland o Guten Abend gute Nacht, musicato da Brahms. Come ti collochi, ti senti, le chiedo, in questa letteratur­a di frontiera?

Isabella Bossi Fedrigotti — A casa mi sento; una casa con due porte, l’una che dà sul mondo tedesco, l’altra su quello italiano. E il fatto che la letteratur­a di frontiera abbia sempre più voce un po’ dappertutt­o accresce la consapevol­ezza. Tu non lo puoi sapere, ma mi sei stato di grande aiuto quando ho incomincia­to a scrivere le mie storie. Mi hai dato il coraggio di raccontare di luoghi e persone di assoluta minoranza. Ricordo bene l’effetto che mi fecero Danubio, ma anche Microcosmi e altri tuoi scritti che parlavano di regioni, di personaggi e di pensieri in qualche modo anche miei: leggerli rappresent­ò per me una felicità, quasi la fine di una solitudine.

Claudio Magris — C’è, nei tuoi luoghi, una frontiera non solo italo-tedesca (o italo-austriaca) ma, culturalme­nte, anche austro-tedesca. Come la vedi e vivi?

Isabella Bossi Fedrigotti — Immagino sia un po’ come per te, che a ridosso hai la frontiera italo-austriaca e quella italoslove­na. Quella austro-tedesca in realtà non la sentivo molto,

Il libro di Isabella Bossi Fedrigotti pubblicato da Mondadori (pagine 115, 14,90), sarà presentato domani a Milano, presso il Teatro Franco Parenti, in via Pier Lombardo 14, alle ore 18.30. Dialogano con l’autrice Enrico Franco e Andrée Ruth Shammah

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