La serata andata in onda giovedì: ospiti, critiche e dati di share
Cinquantaquattro anni compiuti da pochi minuti e nessun dubbio: «Se anche soltanto una persona, l’indomani, ha acquistato un libro per me è stato un successo». Andrea Vianello, direttore di Rai3, commenta la serata di «#Ioleggoperché» (trasmessa giovedì sera) con termini precisi: «Per il Servizio pubblico parlare di libri in prima serata è un dovere».
Di certo, bisogna crederci: due ore e mezzo dall’Hangar Bicocca di Milano, con scrittori molto diversi tra loro, da Avallone a Sepúlveda, che hanno letto brani o hanno recitato monologhi, accanto alle performance di cantanti e attori. Il tutto nella Giornata mondiale della lettura e quale conclusione dell’iniziativa #Ioleggoperché, voluta dall’Aie, l’Associazione italiana editori, una delle più massicce campagne di promozione della lettura in Italia.
Vianello, lei sperimenta tanti format legati al libro: prima il talent «Masterpiece», ora questa serata. Però anche qui i numeri sono stati bassini, nemmeno 700 mila telespettatori, con il 2.73% di share.
«Se avessimo guardato agli ascolti avremmo proposto altro. Qui non c’entra lo share, qui c’entra la responsabilità di un Servizio pubblico come Rai3. Una prima serata dove si è parlato di Gadda e di narrativa Usa, di storia del calcio e di canzoni, dove lo spettacolo si è messo al servizio della cultura in un format creato per l’occasione, credo che sia indice di coraggio. Poi non dite che noi
L’iniziativa
#ioleggoperché è un’iniziativa di promozione del libro e della lettura
L’omonimo programma su Rai3 con Pierfrancesco Favino ha avuto 668.000 spettatori, 2,73% share
«A tratti persino alto. Si riveda Pierfrancesco Favino che legge un brano del Pasticciaccio di Gadda. A proposito: faccio notare che abbiamo rivelato un Favino straordinario showman. Anche questa è tv».
Lei crede che serate televisive così invoglino davvero a leggere o che, invece, restino momenti di intrattenimento tout court?
«Sono convinto che incuriosiscano
«Infatti. Il monologo di Favino toccava anche il tasto del diritto a non leggere. Silvia Avallone, tanto per fare un nome, non ha fatto generici inviti alla
«Non so, noi di certo ci proviamo. Senza l’ossessione dei numeri e prediligendo una buona sperimentazione. Poi, visto che abbiamo aderito a tutta l’iniziativa promossa dall’Aie, Musica e parole Da sinistra, Sergio Conforti in arte Rocco Tanica (51) e Pierfrancesco Favino (45) in un momento di «#Ioleggoperché» andato in onda su Rai3 siamo consapevoli che l’Italia è uno dei Paesi che legge meno. Di sicuro una strada per unire mondi diversi bisognerà trovarla. Noi parliamo di libri in tante trasmissioni, sia in tv sia in radio, mi viene in mente Pane quotidiano, tanto per fare un esempio. Però noi vogliamo andare oltre e rendere il libro centrale. Questo è stato solo un primo tentativo. Migliorabile, è ovvio, non serve precisarlo».
Dunque, potrebbe ripetersi?