Un mondo migliore con obiettivi sostenibili
Il prossimo settembre, le Nazioni Unite discuteranno i cosiddetti Sdg, Sustainable development goals, gli obiettivi di miglioramento del mondo per il periodo 2015-2030. Saranno i successori degli otto (in 21 sottogruppi) Millennium Development Goals (Mdg), gli Obiettivi del Millennio lanciati nel 2000 che in molti campi, ad esempio la riduzione della percentuale di poveri nel mondo, sono stati raggiunti e superati. C’è un problema: al momento, gli Sdg sono un immenso cargo di promesse: 169 target raggruppati in 17 goal. Si va dall’azzeramento della povertà alla lotta al cambiamento del clima, dalla costruzione di infrastrutture alla riduzione delle disuguaglianze. Il settimanale Economist ha calcolato che, per centrare i target, il mondo dovrebbe investire in ognuno dei prossimi 15 anni tra i due ei tremila miliardi di dollari: il 4% del Prodotto lordo globale, il 15% dei risparmi annuali del pianeta. Non succederà.
Tra ora e l’assemblea dell’Onu di settembre, sarebbe dunque utile discutere come impiegare le risorse relativamente scarse che si possono mobilitare: per raggiungere i risultati migliori. Sarebbe anche bello se ne discutesse l’Expo di Milano, impegnato su uno dei grandi problemi dell’umanità, l’alimentazione.
Un’analisi della situazione è stata fatta dall’organizzazione no-profit Copenhagen Consensus, che ha raccolto esperti e Premi Nobel per individuare quali sarebbero gli interventi più efficaci. Ne sono usciti 19 target capaci di produrre benefici tra i 20 ei 40 dollari per ogni dollaro investito. Alcuni esempi. Con 11 miliardi di dollari si può prevenire ogni anno la malnutrizione per 68 milioni di bambini e ridurla del 40% entro il 2030. Con otto miliardi si può ridurre del 90% la tubercolosi. Con 14 miliardi si previene la morte di due milioni di neonati l’anno e la si riduce del 70% in 15 anni. Con 2,5 miliardi annui si migliorano, nel quindicennio, le rese agricole del 40%, il che può fare uscire dalla fame 80 milioni di persone. Con sei miliardi si mandano all’asilo 30 milioni di bambini africani e con nove miliardi altrettanti possono accedere alla scuola primaria. Per 19 target, un impegno annuo attorno ai 120 miliardi. Non è detto che le proposte del «Consensus» siano da prendere a scatola chiusa. Ma sono un invito a discutere, per evitare che i futuri Obiettivi sostenibili siano un flop, dopo il buon successo di quelli del Millennio.
@danilotaino