Corriere della Sera

Il piccolo Schumi debutta e convince Miglior rookie in F4

Il figlio di Michael rimonta e chiude nono

- DALLA NOSTRA INVIATA Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it Elisabetta Rosaspina

Una bottiglia di champagne, la prima, tra le mani. Come papà. Il tappo che salta, la spuma che inonda il podio. L’inno nazionale tedesco che suona, come soltanto pochi anni fa per papà. Il primo titolo, miglior «rookie», il più veloce tra gli undici esordienti della stagione. E una promessa mantenuta: arrivare al traguardo tra i primi dieci, fra i 35 giovanissi­mi piloti che si sono qualificat­i. Per la cronaca ha chiuso nono.

Il sedicenne Mick Schumacher, che sorride di raro, adesso è raggiante. Nonno Rolf, in tribuna, dissimula a fatica l’emozione. È l’unico rappresent­ante della famiglia. Invece mamma Corinna non s’è vista e, salvo colpi di scena, non verrà neppure per le due gare in programma oggi, la giornata conclusiva: c’è A corsa vinta si scambiano una formale, soddisfatt­a stretta di mano, come tra azionista e manager di una società. E invece sono padre e figlio, i terribili Joseph & Joseph Vana, 62enne allenatore e 23enne fantino cechi di Cornet Obolenski (foto), cavallo laureato ieri del «Grande Steeple Chase di Milano». Missione compiuta, nella quale pochi avrebbero creduto fino ai 4.500 dei 5.000 metri di galoppo disseminat­i di Figli d’arte In F4 gareggiano anche Giuliano Alesi ( 15 anni, figlio di Jean e Harrison Newey (sotto), 16 anni, figlio di Adrian, direttore tecnico della Red Bull già abbastanza trambusto attorno al figlio. Gina Maria, la sorella maggiore, 18 anni, è impegnata in manifestaz­ioni equestri dall’altra parte della Germania. A vegliare sul ragazzo c’è Sabine Kehm, la manager. Almeno per il primo degli otto appuntamen­ti.

La storia continua, anzi riparte dal circuito di Oschersleb­en, quei 3 chilometri e 667 metri lungo i quali papà Michael si cimentò (senza molta fortuna) sette anni fa nelle Superbike in sella a una Honda, e che ora si dipana sotto le ruote della monoposto numero 25, l’auto messa a disposizio­ne del rampollo dalla scuderia olandese Van Amersfoort. La bestia nera di Schumi jr., nella sua prima gara nel campionato tedesco Adac Formula 4, è la numero 2, la monoposto gialla del connaziona­le diciottenn­e Tim Zimmermann ostacoli sui quali il cavallo dell’Est aveva saltato discosto, quasi ultimo, con Vana jr. geometrico poi in curva nel rimediare al precedente errore sull’oxer (due siepi divise da un fosso con una sbarra in uscita), sul quale il cavallo ha rischiato di cadere. Tra gli altri cammei del pomeriggio, la potenza del 3 anni Greg Pass nell’«Emanuele Filiberto»; il volo dell’imbattuta 3 anni Wordless nel «Premio Zanoletti da Rozzano»; la gara di (Neuhauser Racing), che nella griglia di partenza occupava il ventesimo posto, uno dietro di lui. E che lo impegna in un lungo duello, finendo la gara subito davanti a lui. Mick non se la prende: ha recuperato ben 10 posizioni; Tim, il protegé dell’Adac Sports Foundation, dodici. Ma non è un esordiente ed è stato il miglior «rookie» del 2014.

Un altro testa a testa, all’inizio della mezz’ora di gara, interrotta da tre incidenti e tre rallentame­nti dietro la safety car, ha visto il giovane Schumi alle prese con uno dei due compagni di scuderia, il 19enne australian­o Joey Mawson. Che, dal secondo posto della pole, è scivolato a metà del gruppo e ha rimontato, al termine dei 18 giri, fino al sesto posto, giusto davanti al terzo pilota del team Van Amer- cross country siglata da una cavalla allevata dall’avvocato Alberto Moro Visconti e nata dal suo portacolor­i Endless Hall che nel 2000 vinse il «Gp di Milano»; e la rimpatriat­a a San Siro (da allenatore) di Michel Planard, ex fantino francese, 20 anni fa popolare per l’elegante assetto in sella. Buon sangue Mick Schumacher sul podio come miglior esordiente (Getty Images) sfoort, l’inglese Harry Newey, figlio del grande progettist­a della Red Bull, Adrian.

Il primo centro della stagione di F4 è per il tedesco Marvin Dienst, ma alla sua destra e alla sua sinistra, ci sono colori italiani: quelli della scuderia vicentina Prema, con il giovane pilota estone Ralf Aron; e quelli del riminese Mattia Drudi, partito dalla sesta posizione e terzo classifica­to. Anche Mattia ha un papà pilota, Luca, per il quale trabocca di orgoglio: «Tra le sue vittorie ci sono la 24h di Daytona, 2 volte la 24h di Le

Sono molto felice di essere stato in grado di risalire delle posizioni Non pensavo che sarei stato il miglior rookie Davanti al nonno Assenti la mamma e la sorella, in tribuna c’era solo nonno Rolf. Oggi terza e ultima gara

Mans, le 24h di Spa e del Nürburgrin­g, oltre a tante altre gare di durata e non, come il campionato asiatico vinto al volante di una Ferrari». Mick non parla del suo, non può, anche se forse vorrebbe. Dice solo: «Certo che sono felice di essere riuscito a rimontare tante posizioni, e non pensavo neppure di essere io il miglior esordiente». Invece oggi pomeriggio, nella terza e ultima gara, partirà già dalla seconda posizione. Un posto all’altezza del suo nome.

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