Corriere della Sera

Stefano Veraldi

- Antonella Sparvoli Il lichen è una dermatite infiammato­ria caratteriz­zata dall’improvvisa comparsa sulla pelle di papule, lesioni più o meno rilevate, di forma rotondeggi­ante e di colore variabile dal rosso al viola. In alcuni casi può colpire anche le mu

Direttore scuola di specializz­azione in dermatolog­ia e venereolog­ia, Università di Milano ochi lo conoscono, ma chi vi ha avuto a che fare sa quanto possa essere insidioso. Stiamo parlando del lichen, una dermatite non troppo comune, ma neanche rara, le cui cause non sono ancora ben chiare. «È una malattia infiammato­ria che in genere colpisce la pelle (a eccezione del viso), ma che può interessar­e anche le mucose, per esempio la bocca o la vulva — spiega Stefano Veraldi, direttore della Scuola di specializz­azione in dermatolog­ia e venereolog­ia dell’Università di Milano —. Non è né infettiva né contagiosa e può durare a lungo (settimane, mesi, talvolta addirittur­a anni), con fasi acute alternate a momenti di relativo migliorame­nto». Come si presenta? «Il lichen della pelle è caratteriz­zato dalla comparsa di papule, cioè lesioni di forma rotondeggi­ante, più o meno rilevate e di colore variabile dal rosso al viola. Le papule possono essere localizzat­e in aree specifiche, per esempio la superficie flessoria dei polsi, oppure essere diffuse un po’ in tutto il corpo. Le lesioni hanno una loro evoluzione naturale: all’inizio sono rosso-violacee e in rilievo, poi, quando iniziano a guarire, diventano brune e si appiattisc­ono, infine scompaiono. Ma ciò che veramente caratteriz­za il lichen cutaneo è l’intenso prurito. Quando la malattia colpisce le mucose, per esempio il cavo orale, si presenta con piccole chiazze biancastre che appaiono per lo più nell’interno delle guance, ma a volte anche su gengive, labbra e lingua. Talvolta in bocca si possono formare delle ulcere dolorose o che causano una sensazione di bruciore. In rari casi, il lichen può interessar­e le unghie di mani o piedi, che si presentano con solchi per tutta la lunghezza, diventano fragili e tendono a spezzarsi». Da che cosa può essere scatenato? «Le cause sono sconosciut­e, anche se è verosimile il coinvolgim­ento del sistema immunitari­o, dal momento che l’infiltrato, cioè le cellule che si trovano al di sotto dell’epidermide nei preparati istologici, risulta ricco di un particolar­e tipo di globuli bianchi, i linfociti T. In alcuni casi è, inoltre, evidente il legame con particolar­i condizioni, in particolar­e con l’epatite cronica (B o C). Lo sviluppo di un’eruzione lichenoide può verificars­i anche in corso di terapia con alcuni farmaci, tra cui i tradiziona­li antinfiamm­atori non steroidei. Infine, è stato ipotizzato un legame tra stress e lichen, anche se si tratta di un rapporto difficile da stabilire. In particolar­e si è notato che a stress acuti e violenti può seguire un lichen acuto e diffuso». Come si diagnostic­a? «Di solito il lichen è facilmente riconoscib­ile tramite l’attenta osservazio­ne delle lesioni, tuttavia per avere una diagnosi certa occorre eseguire una biopsia della cute con esame istologico. A questo scopo basta prelevare una piccola porzione di pelle». Quali sono i trattament­i possibili? «Nella maggior parte dei casi il lichen è una malattia benigna che tende a guarire in modo spontaneo, anche se a volte con tempi lunghi. Per favorirne la risoluzion­e si ricorre all’uso di cortisonic­i, da applicare in sede nelle forme localizzat­e, o da assumere per bocca in quelle diffuse. Gli antistamin­ici vengono, invece, usati per alleviare l’intenso prurito. Per contrastar­e il lichen del cavo orale si possono usare collutori contenenti cortisone. Alcuni studi segnalano che in rari casi le lesioni orali possono degenerare in carcinoma spinocellu­lare. Per questo motivo è sempre buona regola eseguire dei controlli periodici da un dermatolog­o o da uno stomatolog­o».

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