Riorganizzazione
entralizzazione. È la parola d’ordine lanciata dai responsabili dei principali servizi regionali del 118 (soprattutto del Centro Nord, Veneto compreso), riuniti dall’Associazione di iniziativa parlamentare e legislativa per la salute e la prevenzione al workshop «Il 118 dal soccorso sanitario alla logistica dei trapianti» assieme a politici ed esperti del settore.
«La centralizzazione è fondamentale per non perdere donatori — ha sottolineato Francesco Bermano, responsabile 118 Liguria e presidente della Società italiana sistema 118 — . La nostra rete funziona al di là dei regionalismi. Certo esiste un divario rispetto al Nord, dove siamo partiti prima, ma è stato fatto tantissimo e abbiamo situazioni di assoluta efficienza anche al Sud e al Centro».
Il percorso, in fondo, è già tracciato dall’articolo 5 del nuovo Patto per la salute 20142016 che prevede una riorganizzazione della rete dell’emergenza-urgenza territoriale attraverso «la definizione di più ampi bacini di utenza... accompagnata da soluzioni tecnologiche e operative che garantiscano altresì l’interoperabilità delle centrali 118».
Non solo. Tecnologie e procedure delle centrali dovranno essere adeguate per garantire «l’attivazione su tutto il territorio nazionale del Numero unico europeo di emergenza 112». Previsto nel 2003 in attuazione di una direttiva europea, a oggi il 112 come Numero unico europeo
L’adeguamento dei 118 favorirà l’attivazione del numero unico 112
di emergenza funziona solo in Lombardia, regione che era stata designata dalle altre per condurre la sperimentazione del numero unico. «Ora siamo pronti per organizzare un sistema nazionale delle emergenze-urgenze — ha detto Alberto Zoli, direttore generale di Areu 118 Regione Lombardia — . Dobbiamo dare uno standard comune e un’omogeneità al servizio».
Secondo Marco Vigna, responsabile del Centro regionale 118 Emilia-Romagna, occorre creare una piattaforma unica sia tecnologica che operativa. «Abbiamo potenziali enormi — ha ricordato —: una rete nazionale di 50 elicotteri, 25 mila pazienti trasportati ogni anno e costi molto contenuti, pari a 20-30 euro per residente, di fatto l’1,6% del Fondo sanitario nazionale».
Danilo Bono, coordinatore del Gruppo tecnico interregionale emergenza urgenza, in Conferenza Regioni ha precisato, rispetto a timori che la parola «centralizzazione» potrebbe suscitare, che: «Il sistema 118 nazionale auspicato terrà conto comunque delle specificità regionali».