Corriere della Sera

L’onda che ha cancellato tutto

Frammenti di ghiaccio e detriti hanno travolto il campo base che nella stagione premonsoni­ca è sempre più affollato di alpinisti

-

Una spaventosa eruzione, un’esplosione apocalitti­ca: si fa fatica a descrivere la rovina che si è abbattuta sul campo base dell’Everest. La montagna-mito, l’emblema della potenza e della stabilità, il tetto del mondo, è stato violenteme­nte squassato dall’onda d’urto del terremoto. Si è scrollato dei suoi ghiacci e delle rocce sospese alle sue pareti, che sono precipitat­i in una nuvola rovinosa.

Dopo il boato, gli alpinisti l’hanno vista crescere quella nuvola con la lentezza spaventosa­mente distruttiv­a delle valanghe. Alcuni secondi e occupava l’intero bacino alla base dell’Ice Fall. Il ghiaccio esplodeva in migliaia di frammenti, le rocce venivano proiettate nel vuoto, la neve si gonfiava in un pulviscolo livido, che si dilatava con minacciosa plasticità e ricadeva con il carico dei suoi invisibili proiettili. È arrivata una violenta ventata anticipatr­ice, poi si è abbattuta la scarica di detriti, che ha seppellito i gusci colorati degli alpinisti.

Tutti i parametri sono saltati. C’è solo dismisura e orrore nel monarca della «dimora delle nevi» che, scosso come uno straccio, vacilla e si libera quasi fosse polvere delle sue croste più fragili. E il luna park himalayano dell’estremo è precipitat­o nella tragedia. Volevano misurarsi con il gigante, gli alpinisti che attendevan­o nella città di nylon del base, affollato come sempre accade nell’alta stagione premonsoni­ca.

Erano attratti dalla sfida più clamorosa, dai ghiacci, dai venti tempestosi, dall’aria rarefatta della zona della morte. E invece hanno scoperto che quella montagna di 8.848 metri era solo la capocchia di uno spillo. Sotto si agitavano forze ancora più possenti e loro, come noi, non se ne erano accorti, anche se c’erano seduti sopra. Quelle forze le conoscevan­o bene invece le montagne più alte del mondo, perché da esse nacquero milioni di anni fa e perché il loro lavorio segreto un poco ogni giorno le ricaccia verso gli altipiani tibetani e le corruga, innalzando­le di alcuni centimetri all’anno.

L’estetica del sublime, che tenne a battesimo la scoperta settecente­sca delle montagne, ha celebrato l’estrema fra le sue epifanie.

La ventina di persone seppellite dalla valanga del campo base dell’Everest sono soltanto una goccia nella tragica ondata del terremoto che ha investito il Nepal. Eppure quegli scalatori, che erano saliti fino lassù per tentare la vetta più alta del pianeta e sono stati spazzati, non da una normale valanga, che rientra fra i rischi dell’alpinismo, ma da una valanga scatenata da un terremoto, ci mostrano quale distanza separi la hybris dell’uomo dalla potenza della natura. C’è qualcosa di crudelment­e surreale in questa tragedia. E, quel che è peggio, ci tocca riconoscer­e che ciò che a noi appare mostruoso, per la natura è ordinaria amministra­zione.

Viene in mente la beffarda apparizion­e della Natura all’islandese nell’Operetta morale leopardian­a. Anche lui, come gli alpinisti che volevano scalare l’Everest, l’aveva inseguita per tutta la vita e alla fine se l’era ritrovata davanti con il suo volto terrifico, ma due leoni affamati avevano interrotto la conversazi­one.

Le oscure energie della Terra ci rammentano un limite, di cui ci dimentichi­amo troppo spesso, ma insieme ci umiliano, ricordando­ci quanto il caso pesi sulle nostre vite.

La natura Sotto le vette si agitano forze possenti, le stesse che ne hanno governato la nascita

 ?? (foto di Roberto Schmidt/Afp) ?? L’attimo La massa gigantesca di neve, ghiaccio e detriti che si è abbattuta nel Campo base dell’Everest: la valanga è stata immortalat­a il 25 aprile, subito dopo il terremoto che ha colpito una vasta area del Nepal
(foto di Roberto Schmidt/Afp) L’attimo La massa gigantesca di neve, ghiaccio e detriti che si è abbattuta nel Campo base dell’Everest: la valanga è stata immortalat­a il 25 aprile, subito dopo il terremoto che ha colpito una vasta area del Nepal

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy