Guerini: confronto a viso aperto senza l’alibi del voto segreto
Quanti dissidenti prevede sull’Italicum?
«Non faccio previsioni sui numeri», risponde il vicesegretario del Partito democratico, Lorenzo Guerini. E tenta in extremis di allargare la maggioranza disposta a votare la legge elettorale: «Mi rivolgo a tutti i deputati del Pd. Senza voler forzare la coscienza di nessuno, chiedo loro di ricordare il lavoro che abbiamo alle nostre spalle. Il problema non è fare previsioni sui potenziali dissidenti, ma essere consapevoli che questa è una proposta di tutto il Pd».
Non una proposta del governo, respinta dalla minoranza?
«Il Pd ha proposto questa legge elettorale e ha portato la scelta negli organismi dirigenti. Ci siamo confrontati, abbiamo modificato il testo al Senato e poi votato l’Italicum nell’assemblea del gruppo alla Camera. Adesso ci siamo e mi rivolgo a tutti. Utilizzeremo i giorni e le ore a disposizione per ampliare la base di consenso».
Bersani denuncia pressioni indebite sul Parlamento.
«Se il riferimento è a presunti diktat della maggioranza e del Pd, il solo atteggiamento di forzatura che io vedo è quello di chi, da una posizione che è fortemente minoranza dentro il Pd, vuole vedersi riconosciuto un diritto di veto. Non vedo nessuna pressione indebita, vedo invece l’importanza politica che Renzi ha attribuito a questo passaggio. Siamo in campo, come Pd e come governo, perché queste riforme si facciano. E tornare indietro nel momento decisivo dopo aver discusso 14 mesi sarebbe molto sbagliato e non coglierebbe il sentire del Paese».
Anche Scotto di Sel denuncia «telefonate di pressione su singoli parlamentari».
« Smentisco, è una sciocchezza inventata da Scotto. E mi dispiace si ricorra a queste allusioni per costruire un clima non sereno attorno a questo importante passaggio».
Porre quattro fiducie aiuta a costruire un clima sereno?
«Il governo ritiene possibile usare la fiducia solo come estrema ratio. Il tema è come i parlamentari, a viso aperto, vogliono prendersi le responsabilità davanti al Paese, non nascondendosi dietro l’uso improprio del voto segreto. La fiducia non è argomento di oggi. Vedremo come si svilupperà la discussione, a partire dal primo passaggio di martedì».
Per Fassina la fiducia sulle pregiudiziali di costituzionalità è la prova che Renzi scavalca il Parlamento.
«Non mi pare ci sia una decisione assunta rispetto a quel passaggio, deciderà il governo e molto dipenderà dall’atteggiamento di ciascuno di noi. Da parte mia tenderei a evitarla, ma vedremo».
Letta e Bersani attaccano, dicono che non tocca ai governi fare le leggi elettorali.
«Il governo Letta era nato sull’impegno a fare le riforme, ma politicamente non si ebbe il coraggio di farle. Lo stimolo del governo è fondamentale per far procedere le riforme, poi è il Parlamento che decide e le vota».
Se un blocco di minoranza non vota la legge la scissione sarà inevitabile?
«Non confonderei le dichiarazioni di alcuni esponenti con un diffuso comportamento in aula. La stragrande maggioranza del Pd, spero addirittura tutti insieme, sosterrà la legge. E lo dico perché parlo con i deputati e vedo prevalere la volontà di votarla. Registro un certo disagio su alcune forzature del dibattito... Non ci sarà una frattura lacerante, la divisione è meno marcata di quanto si tende a far vedere».
Telefonate di pressioni sui singoli parlamentari in vista del voto? Una sciocchezza inventata da Scotto L’appello «Mi rivolgo a tutti i parlamentari del Pd, ricordatevi del lavoro fatto insieme»