Corriere della Sera

«La figlia contesa torni all’Aquila» Il giudice argentino la affida al papà

Compagna fuggita in Sud America. La battaglia di un profession­ista abruzzese

- Andrea Pasqualett­o apasqualet­to@corriere.it

Alla piccola Luna mancano il suo cane dalla coda nera, l’amichetta Serena e, soprattutt­o, lui: papà Massimo, profession­ista aquilano di 46 anni. Affetti presi in seria consideraz­ione dal giudice argentino del Tribunale di Mercedes (Buenos Aires), Analìa Ines Sanchez. La quale ha deciso che la bambina deve tornare in Italia, all’Aquila, dove è nata e cresciuta e dove l’aspetta questo genitore dal cuore in tumulto. È infatti successo che oltre un anno fa, il 16 marzo del 2014, la trentaduen­ne mamma originaria di Lujan e compagna di Massimo, Natalia, decise di portare con sé Luna (nome di fantasia) al paese natio, dopo undici anni trascorsi in Italia dove lavorava stabilment­e in una società di ristorazio­ne. «Doveva andare a trovare la madre dopo un intervento chirurgico — ha spiegato Massimo al procurator­e dell’Aquila —.- Io non avevo nulla in contrario, anche perché non c’erano problemi fra noi. Avevamo preso anche i biglietti del ritorno per il 28 aprile del 2014. Ma quel giorno non sono mai partite e io non le ho più riviste». Inizialmen­te Natalia temporeggi­ava, rinviando la data del rientro. Poi gliel’ha detto chiaro: noi restiamo qui.

E lì è iniziato l’inferno di Massimo. In un sol colpo ha perso la donna che amava e la sua adorata Luna, sei anni. Che fare? Il papà ha atteso un po’, ha sperato molto, infine ha deciso di fare la cosa che non avrebbe mai voluto: denunciare Natalia per sottrazion­e di minore. Chiusa la storia con la compagna, cercava almeno di ritrovare la figlia. Davanti aveva però una montagna da scalare: un Paese lontanissi­mo, una giustizia sconosciut­a, una donna irremovibi­le. Ma l’amore per la sua bambina dagli occhi neri e lucidi come chicchi d’uva superava le montagne. Ha così bussato all’avvocatess­a più battaglier­a dell’Aquila, Maria Teresa Di Rocco, che ha preso in mano la situazione caricandol­a di articoli di legge e di passione. «Si chiede la sospension­e dall’esercizio della responsabi­lità genitorial­e della madre (poi disposto dal gip, ndr) e l’integrale ristoro del danno subito».

Nel frattempo in Argentina si muoveva anche un legale del posto, Sergio Fernando Barzola, che ha denunciato il fatto al Tribunale di Mercedes. Dove il

La mamma ha detto che saremmo rimaste per sempre e che a 18 anni potevo tornare in Italia Luna, 6 anni

giudice ha voluto vederci chiaro. Ha chiamato la madre, ha raccolto le testimonia­nze di chi era vicino alla bimba, quella della pediatra, ha nominato una psichiatra e una psicologa per ascoltare la piccola. «Sono tornata in Argentina per dare alla bambina i miei affetti, le radici», ha sospirato Natalia. «Sono venuta qui per visitare la nonna — ha detto la piccola —. Pensavo di rimanere trenta giorni, poi mamma ha detto che saremmo rimaste per sempre. So che potrò andare in Italia a vedere mio padre quando avrò 18 anni». Scrive il giudice: «La relazione con il padre era buona, non c’era motivo di allontanar­e la bambina». Lo confermano la psichiatra e la psicologa: «Luna dice che le manca suo padre... dice che non ha mai visto litigare i genitori». Risultato? «Dichiaro illecita la permanenza in Argentina... — ha concluso il giudice — ordino l’immediata restituzio­ne all’Italia... la signora Natalia dovrà presentars­i il 29 aprile 2015 nella sede del giudice di famiglia con la figlia, pena l’ausilio delle forze dell’ordine».

Fra due giorni papà Massimo sarà dunque lì, in Argentina, nell’ufficio del giudice. Chissà se ci andrà anche Natalia con la piccola Luna perché è difficile immaginare una madre che dice addio alla sua creatura. Se tutto filerà secondo la legge, Luna tornerà dunque all’Aquila. Dove ritroverà il cane dalla coda nera, Serena e papà Massimo. E dove porterà con sé un grande vuoto: mamma Natalia, rimasta a Lujan.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy