Corriere della Sera

Già sparito l’ergastolo della patente Cosa diremo ai familiari delle vittime?

Il relatore in Parlamento: «È incostituz­ionale». Ma serve una legge che spaventi

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sotto gli occhi dei genitori e del fratellino, a Ponte Nuovo (Ravenna), e trascinato per ottanta metri. L’uomo che ha fatto questo, e poi è scappato, si chiama Krasimir Dimitrov e ha 38 anni.

Il Corriere di Romagna racconta com’è andata: « Dopo aver passato il pomeriggio al bar, Dimitrov venne accompagna­to a casa dagli amici. Non si reggeva in piedi dopo aver bevuto almeno dieci birre e alcuni gin-fizz, ma prese le chiavi della sua auto, una Mercedes Clk intestata alla madre ma di fatto nella sua disponibil­ità. In quelle condizioni si mise alla guida, falciando il piccolo Gionatan davanti agli occhi dei genitori e del fratello (...) Dimitrov venne rintraccia­to trenta ore più tardi dagli agenti della squadra di pg della polizia stradale. L’auto, che nel frattempo era stata accuratame­nte lavata, corrispond­eva a quella descritta dai testimoni e ripresa dalle telecamere. Quando le forze dell’ordine bussarono alla sua porta, Dimitrov era nuovamente ubriaco».

In agosto, due mesi dopo il fatto, Krasimir Dimitrov era già ai domiciliar­i. In dicembre ha patteggiat­o una pena di 2 anni, 9 mesi e 10 giorni. Il tribunale di Ravenna, nella sentenza, ha parlato di «condotte dal carattere odioso» in un contesto caratteriz­zato dal «più totale disprezzo per la vittima». Spiega il giudice come si è arrivati al calcolo della pena: 1 anno e 8 mesi per omicidio colposo, 3 mesi e 10 giorni per guida in stato di ebbrezza (aggravata dall’incidente), 10 mesi per fuga. Oggi l’omicida è libero, ha come unico obbligo la firma in caserma. Risarcimen­ti? Niente da fare. L’investitor­e era assicurato L’omicidio stradale è una nuova tipologia di reato che si vorrebbe introdurre nel codice penale italiano. Punirebbe in maniera specifica chiunque causi la morte altrui mettendosi al violante in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacen­ti e violando le norme del codice della strada. Attualment­e questo genere di episodi è sanzionato dal reato di omicidio colposo a cui vengono applicate delle aggravanti. con una compagnia bulgara, che apparentem­ente non ha soldi. Deve tornare a guidare, il signor Dimitrov? Alcuni parlamenta­ri italiani pensano che applicargl­i «l’ergastolo delle patente» sia eccessivo? Invitino in commission­e Giustizia al Senato Fabiola Solito, la mamma di Gionatan, e lo spieghino a lei. Certo, al testo della legge sono possibili emendament­i. Il relatore Cucca sostiene che il primo sarà suo: revoca della patente, non semplice sospension­e, per chi commette certi reati (in sostanza, sarà necessario rifare l’esame). Altri ricordano che, comunque, con le nuove regole, la sanzione diventerà penale, non amministra­tiva; e scatterà anche in caso di applicazio­ne della condiziona­le. D’accordo. Ma la sorpresa, e la preoccupaz­ione, restano.

Il governo sembrava deciso; la politica, per un volta, compatta. «Tra i nostri obiettivi del Patto di Governo fino al 2018, la proposta di una legge per introdurre una nuova fattispeci­e di reato: il reato di omicidio stradale. Perché la licenza di guida non si può trasformar­e in licenza di uccidere!». Così ha detto il leader Ncd e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, alla direzione nazionale del partito, il 23 febbraio. Lo stesso ministro, al Tg5, il 24 marzo: «È il momento di costruire una fattispeci­e di reato nuova, che abbia maggiore capacità sanzionato­ria e serva da deterrente per indurre chi guida ad avere timore delle sanzioni».

Questo è il punto. Per dissuadere, in molti casi, la legge non può soltanto convincere: deve spaventare. Ecco perché l’omicidio stradale va introdotto e sanzionato adeguatame­nte: anche con la perdita definitiva della patente. Chi guida ubriaco fradicio, o drogato, deve sapere cosa rischia.

Oggi non è così e, apparentem­ente, continuerà a non essere così. È vero: altri Paesi europei non arrivano a prevedere «l’ergastolo della patente» (Germania, Regno Unito, Francia). Ma hanno una giustizia efficiente e pene certe. In Italia, nella terra delle leggi impotenti e delle infinite scappatoie, si aprono invece varchi enormi. E dentro quei varchi passano il signor Dimitrov e tanti come lui.

È questo che vogliamo?

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