Papa Francesco ai nuovi sacerdoti «Non rifiutate mai il battesimo»
«Non bisogna rifiutare mai il battesimo a chi lo chiede!». Francesco ordina 19 preti (9 italiani, gli altri da Madagascar, Perù, India, Corea del Sud, Colombia, Cile) a San Pietro, cita il Vangelo di Giovanni sul «buon pastore» che «offre la vita per le pecore» e tratteggia lo «stile» misericordioso e accogliente che un sacerdote deve avere, uno stile opposto ai «falsi pastori» e ai «mercenari», come ricorda anche al Regina Coeli: «Quanti hanno la missione di guide nella Chiesa — sacerdoti, vescovi, Papi — sono chiamati ad assumere non la mentalità del manager ma quella del servo, a imitazione di Gesù» sono state le parole del Pontefice.
Così, rivolgendosi ai nuovi sacerdoti, il Papa riepiloga i fondamentali. La predica: «Che le vostre omelie non siano noiose e arrivino al cuore della gente perché escono dal vostro cuore». La messa: «Riconoscete ciò che fate, imitate ciò che celebrate, non è un rito artificiale, non fatelo di fretta!». La confessione: «Vi chiedo di non stancarvi di essere misericordiosi, nel confessionale voi starete per perdonare, non per condannare! Imitate il Padre che mai si stanca di perdonare».
Quando parla del battesimo da non rifiutare mai, Francesco torna su un tema che gli sta a cuore, la Chiesa «con le porte aperte» e senza «dogane pastorali»: dall’inizio del pontificato, come già da cardinale, ha deplorato l’atteggiamento dei preti che rifiutano il battesimo ai bimbi di ragazze madri, egli stesso ha battezzato il figlio di L’ordinazione I nuovi sacerdoti durante la cerimonia di ieri mattina in San Pietro. La messa è stata celebrata da papa Francesco una coppia non ancora sposata in chiesa. Nel documento preparatorio del Sinodo sulla famiglia, si raccomandava lo stesso per i bambini delle coppie omosessuali.
Più in generale, ciò che il Papa chiede ai sacerdoti è la coerenza: «Il profumo della vostra vita sarà la testimonianza, l’esempio edifica ma le parole senza esempio sono vuote». Si tratta di «piacere a Dio, non a se stessi». Il buon pastore, appunto: «È brutto un sacerdote che vive per piacere a se stesso, che fa il pavone!».