Rimonte e primo successo al traguardo: la gioia di Schumi Jr
A 16 anni è il miglior giovane in Formula 4. La sua emozione: «Non vedo l’ora di tornare in pista»
Scatta dalla seconda posizione, per il regolamentare ribaltamento della griglia di partenza, ed è subito primo, Mick Schumacher, alle 15 e 20 di ieri, sul circuito tedesco di Oschersleben. Nello stesso momento un’immensa emozione deve aver attraversato le stanze della villa paterna di Gland, sul lago di Ginevra, mentre la voce stentorea del telecronista lanciava un urlo familiare: «Schumacher è primo!». Almeno quanta ce n’era nella monoposto nera numero 25, dove Mick vedeva finalmente, per la prima volta, la pista completamente vuota davanti a sé.
Le sette stelle impresse sul casco verde acido del ragazzo, omaggio ai titoli mondiali del padre, hanno tagliato il traguardo in 30 minuti e 59,920 secondi. Primo già alla terza gara in Formula 4 della sua vita sedicenne. La stagione è appena iniziata e lui è già quinto nella classifica piloti, migliore tra gli esordienti. Torna a casa con tre coppe conquistate in tre giorni: due come miglior debuttante e una come vincitore. Ed è bello immaginare che le porterà a suo padre, invisibile a tutti, eccetto a famiglia e amici, da quel 29 dicembre del 2013, quando cadde malamente con gli sci sulle nevi di Méribel, in Francia, e il destino impietoso gli presentò, tutto in una volta, il conto di una vita spericolata.
Lo scatto iniziale ha portato Mick subito in testa. Anche se l’accelerata è durata soltanto una manciata di secondi, perché nelle retrovie un altro pilota ha drizzato la curva e la safety car si è messa davanti al muso di Schumi jr, costringendolo a zigzagare pazientemente per qualche giro e quasi 9 minuti. Ma appena terminata l’emergenza, il figlio del sette volte iridato, non ha ceduto il passo a nessuno dei 32 piloti rimasti alle sue spalle. Nemmeno al compagno di scuderia, l’australiano Joey Mawson, di 3 anni più grande, che si è furiosamente incollato al suo alettone, inutilmente.
Mick consegna alla storia il suo primo podio più alto. Per i posteri, in una domenica di sole incerto, 19 gradi di temperatura, 22 sull’asfalto e un 53% di umidità. Ventimila spettatori lungo il percorso e una grande bandiera della Ferrari, con l’immagine del padre, che sventola vicino a una curva.
La gara mattutina, la seconda per Mick, ha visto schierarsi ieri 34 piloti, venticinque dei quali, sotto i 18 anni: non avrebbero diritto di guidare nemmeno l’utilitaria della mamma. Al ventesimo posto sulla griglia di partenza, Mick è metodicamente risalito, un sorpasso dopo l’altro, fino al 12esimo. Non proprio un exploit, come quello del pomeriggio, che ha consacrato un nuovo campione e fatto riemergere il bambino: «Sono pazzo di gioia — Mick ha perso il suo abituale contegno serio e un po’ malinconico —. Il mio primo weekend di gare non sarebbe potuto andare meglio. Non vedo l’ora che arrivi la prossima corsa». Ricaccia le lacrime, spara lo champagne sui due compagni di scuderia e sul team manager, Frits van Amersfoort: tutti insieme (sul podio) appassionatamente.
L’omaggio al padre Sul casco l’omaggio al padre. Tre gare nel weekend: ed è già quinto in classifica