Corriere della Sera

Giudizio di Churchill

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Caro Romano, anch’io ho letto nella Storia della Seconda guerra mondiale di Winston Churchill la frase ingenerosa riferita al maresciall­o Pétain: «È sempre stato un disfattist­a, anche nell’altra guerra» e mi è rimasta la curiosità di capirne il perché. Dai i testi sulla Grande guerra che ho letto ho sempre tratto la percezione di un maresciall­o Pétain «eroe di Verdun» che seppe ridare fiducia alle sue truppe in un momento di grave crisi. Diverso è il giudizio che viene solitament­e dato del Maresciall­o con riferiment­o ai tempi di Vichy, ma Montanelli ne scrisse sempre con grande rispetto (secondo me giustament­e) anche riferendos­i all’armistizio con i tedeschi, che Pétain dovette firmare a seguito di una disfatta della Francia della quale egli non aveva alcuna responsabi­lità.

Roma Anche a me il giudizio di Churchill è parso ingiusto. È certamente vero, tuttavia, che Pétain accolse la sconfitta come una conferma dei sentimenti che provava per le istituzion­i parlamenta­ri della III Repubblica francese. Ieri dovunque si sono ascoltati ricordi, testimonia­nze e ringraziam­enti ai partigiani che hanno aiutato l’Italia a tornare libera. Giustissim­o. Io non ero ancora nata nel 1945; mi chiamo Giuseppina perché porto il nome di mio zio, scomparso a 21 anni nel 1943 nella sciagurata campagna di Russia. Trovo giusto che venga riconosciu­to il valore e il coraggio dei partigiani, ma non trovo altrettant­o giusto che dei poveri ragazzi morti sempliceme­nte per aver compiuto il proprio dovere non Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 lettere@corriere.it www.corriere.it sromano@rcs.it Risposte alle 19 di ieri

Ricordare i soldati caduti

La domanda di oggi

Il Ddl sul reato di omicidio stradale non prevede il ritiro a vita della patente: al massimo la sospension­e per 12 anni. Giusto?

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