Corriere della Sera

«Le società devono mettere più steward e fare meno tweet»

La soluzione di Cairo: «Bisogna imparare dall’Inghilterr­a. E moderiamo i toni: tutti possiamo fare meglio»

- Filippo Bonsignore Riccardo Bruno

Presidente, la sua squadra ha vinto il derby. Però non siamo qui a parlare di sport, ma di pullman presi a sassate, di bombe carta lanciate contro tifosi...

«Sono episodi intollerab­ili — risponde Urbano Cairo, 57 anni, editore e presidente del Torino calcio da dieci anni —. Poteva andare peggio, sono cose che non devono più succedere». Come si può reagire? «Sicurament­e ci vuole un atteggiame­nto più rigoroso, da parte di tutti. Bisogna imparare dall’Inghilterr­a, dove le violenze degli hooligan sono state arginate». Sassi e bombe carta contro il pullman della Juve, un’altra bomba carta lanciata dal settore dei tifosi bianconeri verso quelli granata, feriti e arresti. La Juventus prende una posizione ferma sugli incidenti che hanno accompagna­to il derby di Torino e, con una nota, «condanna ogni forma di violenza sia essa provenient­e dai propri tifosi o da quelli avversari ed esige pari trattament­o nella valutazion­e di essi in sede di giustizia sportiva o di commento». «I fatti odierni richiedono una

I tifosi della Roma contro il loro presidente, le aggression­i a Varese e Cagliari, adesso le tensioni a Torino. Il clima negli stadi italiani sta peggiorand­o?

«Purtroppo è sempre stato così, è qualcosa di innato, di atavico. Una volta c’erano i guelfi e i ghibellini, adesso gli scontri per le partite di calcio. Che si spostano da una città all’altra, colpendo soprattutt­o quando le squadre vanno male».

Ma il derby era tra due formazioni belle e vincenti...

«I tifosi hanno la memoria lunga. Ovviamente non giustifico quello che è successo, ma profonda riflession­e da parte del calcio — prosegue il comunicato —, ma anche delle istituzion­i e dei media, che di questo spettacolo sono protagonis­ti importanti». Parole che fanno il paio con quelle pronunciat­e dall’amministra­tore delegato Beppe Marotta (foto) dopo l’assalto al bus della squadra: «Sicurament­e si è trattato di un fatto di grave violenza, deplorevol­e, secondo me preventiva­bile. Un fatto frutto anche di alcuni giornalist­i che spesso usano un linguaggio assolutame­nte contro di noi, quando viene esposto uno striscione che offende i morti di Superga (la tragedia area del 4 maggio 1949 che cancellò il Grande Torino, ndr), c’è chi non lo dimentica e aspetta il giorno per reagire».

Quanto è diffuso l’atteggiame­nto criminale tra i supporter del calcio?

«La maggior parte dei tifosi vuole solo vedere la propria squadra vincere, sono solo delle frange quelle eccessivam­ente aggressive».

Si sta facendo qualcosa per fermarle?

«Una maggiore attenzione c’è, anche se evidenteme­nte non basta».

L’amministra­tore delegato della Juventus, Beppe Marotta, ha puntato l’indice anche contro i media.

«Non bisogna generalizz­are, ma è evidente che ci sono alcune esagerazio­ni, qualcuno calca troppo la mano. Ma non solo loro...» A cosa si riferisce? «Penso a certi tweet scritti anche da chi è protagonis­ta in campo, anche della stessa Juve. Prima di accusare gli altri, ognuno deve cercare dentro di sé. Tutti noi possiamo fare meglio».

Quali strumenti ha un presidente per tenere a bada i tifosi più esagitati? non valutando quelli che sono invece i meriti sportivi. È normale quindi che la conseguenz­a della gente sia questa. La speranza è che non si arrivi veramente a un fatto grave di cui poi tutti dovremo pentirci». A chi si riferisce Marotta quando accenna alla stampa? Precisa il dirigente bianconero: «A un pezzo su un autorevole quotidiano sportivo in cui veniamo tacciati di essere dei ladri».

«È impossibil­e controllar­li, ma intanto si può e si deve aumentare il numero degli steward negli stadi. E poi mantenere i toni bassi. Una dirigenza che si comporta così, ha già un modo giusto per approcciar­e i problemi. Ad esempio, alla vigilia dell’andata il presidente Agnelli aveva sfottuto il Toro dicendo che non segnavamo da 12 anni. Non mi sono certo offeso, anche perché aveva ragione. Anzi, mi ha portato fortuna: abbiamo segnato tre volte e pure vinto il derby» ( battuta finale da presidente tifoso).

All’andata, Agnelli aveva sfottuto il Toro. Non mi sono offeso e ha portato fortuna

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