Milan nudo al bivio con la storia Bee contro Lee a carte scoperte
Oggi il thailandese incontra Berlusconi, ma i cinesi restano in vantaggio
Nudi alla meta. Alla settimana che può segnare una svolta nella sua storia il Milan arriva dopo il disastro di Udine che ha alzato i veli sullo spettacolo più sconfortante degli ultimi 17 anni (lo dice la classifica), con la squadra in un ritiro (come non esistono più neanche i contratti) «a tempo indeterminato», con la squadra che ha mollato l’allenatore perché fiuta nell’aria il terzo esonero in due anni (accadrà a fine stagione) e con Pippo Inzaghi che è ancora lì solo perché sei partite sono uno strazio limitato e perché non è il massimo presentarsi di fronte ai futuri proprietari mentre tratti la separazione dal tecnico.
Ora che tutti i problemi del Milan sono venuti alla luce e mentre domani diverranno ufficiali le perdite a bilancio nell’assemblea dei soci, è anche il momento che chi vuole comprare il Milan scopra le carte. Il broker thailandese Bee Taechaubol è atterrato ieri alle 17 a Malpensa, ha preso alloggio in un grand hotel del centro e ha studiato nei dettagli la proposta che oggi illustrerà a Silvio Berlusconi: è convinto di avere raccolto investitori e garanzie adeguati per battere la concorrenza e acquisire il Milan, vedremo se passando da un iniziale 20%, come era sembrato in un primo momento, o puntando subito alla maggioranza (il 60%), come annunciato da un portavoce a Bangkok. Con lui a Milano non c’è Nelio Lucas, il proprietario del fondo Doyen Sports, che fa parte della cordata (sostenuta anche da fondi cinesi) e che Bee ha visto nei giorni scorsi a Londra. Quel che si sa è che, dopo aver studiato i conti, l’offerta è stata abbassata: la trattativa oggi può cominciare.
Per la prima volta da quando sono iniziate le discussioni per la vendita anche la cordata cinese (che vuole subito acquisire il 75% e resta quella preferita da Berlusconi, perché ha l’appoggio del governo, anche se il presidente pare che agli intimi non lesini le battute tipo «come volete che stia che devo vendere ai comunisti cinesi?») fa sapere qualcosa di sé: un portavoce del consorzio ha chiarito che «gli unici rappresentanti della cordata delegati a trattare con Fininvest sono l’imprenditore di Hong Kong Richard Lee e alcuni membri dell’Apec (Cooperazione economica asiatico- pacifica) Foundation», un organismo nato nel 1989 per favorire gli scambi e far crescere l’economia nell’area, una sorta di Cee asiatica. «Abbiamo una lettera dell’ad di Fininvest in cui si attesta che per il lato cinese le trattative avvengono tramite l’Apec Foundation; è assolutamente falso che mr Fu Yixiang faccia parte del nostro consorzio». Mr Fu è il vice-presidente della Camera di Commercio italo-cinese che si era detto capofila di un’altra cordata di investitori, ma — a differenza di mr Bee e mr Lee — non ha mai incontrato Berlusconi o i vertici di Fininvest. In campo, quindi, ci sono solo due concorrenti credibili. Dopo Bee, i cinesi concluderanno la due diligence (l’analisi dei conti) e poi presenteranno un’offerta.
Infine oggi Fondazione Fiera dovrebbe far sapere qualcosa in più sul progetto dello stadio al Portello: non è escluso però che decida per un supplemento d’analisi. definitivo fra Inzaghi e lo spogliatoio, finora difeso dal tecnico oltremisura e oltre ogni merito. «Lo squadra è con Pippo» certificava dieci giorni fa l’ad sportivo alla conferenza stampa del rinnovo con Audi. Ciò che è avvenuto dentro e fuori lo stadio Friuli restituisce invece l’immagine di un tecnico sempre più solo. Chiedeva impegno e un sussulto d’orgoglio per una rincorsa all’Europa League, ha ottenuto una gara senza corsa, senza voglia, senza Pensieri L’espressione perplessa di Pippo Inzaghi, 41 anni, dopo il k.o. di Udine: il Milan gli sta sfuggendo di mano ogni giorno che passa (Ipp) personalità. Ieri mattina prima dell’allenamento il tecnico ha strigliato i giocatori per la fuga di notizie e li ha invitati ad affrontare il finale di stagione con un piglio diverso. C’è chi si è assunto responsabilità per lo sfascio dell’annata, chi ha mostrato vicinanza all’allenatore (Ménez e Mexès su tutti, con quest’ultimo diventato per Pippo l’esempio da seguire: da fuori rosa a inamovibile), chi ha continuato ad allenarsi con spirito svogliato per aver sperato — dopo insistente corteggiamento nel mercato di gennaio — un ruolo da titolare (Cerci e e Destro). E mentre la curva fa sapere di abbandonare la linea soft nel contestare società e squadra, si va verso un’epurazione estiva della rosa.
Il destino di Inzaghi sembra segnato: già vicino all’addio anticipato al Milan nei minuti concitati al dopo- gara con l’Udinese, saluterà Milanello a fine stagione. «I conti si faranno alla fine» fanno sapere da via Aldo Rossi ma dopo aver perso il controllo della squadra pare impossibile ipotizzare un futuro insieme. Nel frattempo ci sono ancora sei giornate di campionato da disputare e in questo clima e in questo scenario motivare la truppa e salvare il salvabile — senza più traguardi da inseguire — pare un’impresa disperata.