Hamilton, il contratto è vicino È il nuovo re di denari della F1
Dalla Mercedes 40 milioni a stagione: derby dei soldi con Alonso
Dopo che nei giorni scorsi sulla pista sopraelevata di Monza si è affacciato alla storia della F1, guidando assieme all’ottantaseienne Stirling Moss le Frecce d’argento d’antan, Lewis Hamilton è pronto ad aprire una finestra sul futuro.
Il suo futuro. Quello di un pilota pronto a confermare la fedeltà alla Mercedes, a costo di chiudere il discorso relativo a un possibile passaggio alla Ferrari (verso la quale non è affatto insensibile, tant’è che acquista le supercar del Cavallino): «Sono vicino alla firma, voglio rinnovare il contratto prima del Gp di Spagna» ha dichiarato ieri a Welt am Sonntag il bicampione del mondo, leader del campionato in corso. Allora niente Rossa, un domani? «Di fronte a un’ eventuale proposta non si dovrebbe mai dire di no. Ma fatico a vedermi in una scuderia diversa dalla Mercedes».
Amen. Il nuovo contratto di Lewis, una telenovela cominciata l’anno scorso ad Abu Dhabi dopo la vittoria del titolo, sarà anche complicato e corposo a livello di documenti (Lewis ha parlato di un «tomo» da 80 pagine), ma potrebbe fare del campione britannico il pilota più pagato nella storia. Posto che Hamilton è già lo sportivo «al top» nel suo Paese (nel 2014 i ricavi sono stati di 123 milioni di euro contro i 100 di Wayne Rooney e i 99 di Jenson Button), la nomea di Paperone dell’automobilismo è contesa a Fernando Alonso. L’ex ferrarista ha firmato con la McLaren un contratto triennale da 105 milioni di dollari complessivi, praticamente lo stesso valore in euro vista la recente rivalutazione della divisa americana. Si dice che Hamilton pareggerà la cifra, a sua volta spalmata in un triennio, o che arriverà a superarla, toccando l’equivalente di 40 milioni di euro a stagione. Molti soldi in più, insomma, rispetto ai comunque ricchi accordi di Vettel con la Ferrari, nell’ordine dei 25 milioni ad annata, bonus esclusi.
Il « derby del grano » con Alonso si giocherà poi anche su altri fronti, ovvero quelli dei contratti con partner che arricchiscono ulteriormente il portafoglio: lo spagnolo è stato di recente giudicato il personaggio della F1 con il maggior appeal sul fronte del marketing. Ma Hamilton sta crescendo. Sotto questo aspetto è anche interessante tentare un parallelo con il Michael Schumacher dei giorni ferraristi: Schumi nel 1996, solo dalla Ferrari, percepiva circa 43 miliardi delle vecchie lire, diventati 56 nel 2006 alla fine del ciclo a Maranello. Aggiornato a oggi, l’ingaggio di Michael potrebbe tenere testa, e secondo alcuni perfino battere, quello di Hamilton. Di sicuro Schumi aveva un vantaggio: Jean Todt gli aveva infatti concesso di usare, e di monetizzare nel merchandising, il simbolo della scuderia. E anche Hamilton ha chiesto, tra le clausole, grandi libertà alla Mercedes: meno giorni per le p.r., più spazio a sponsor personali e la possibilità di frequentare quel mondo della musica e dello spettacolo nel quale sembra si tufferà una volta appeso il volante al chiodo. Esultanza Hamilton esulta dopo il recente trionfo in Bahrein: è leader del Mondiale di F1
Lewis Hamilton, 30 anni, ha vinto due titoli iridati: nel 2008 con la McLaren e nel 2014 con la Mercedes, con la quale sta per firmare un rinnovo di 3 anni. In 152 Gp vanta 74 podi (36 vittorie) e 42 pole.
Ferrari lontana «Un’ offerta Ferrari? Non si dovrebbe dire di no, ma non mi vedo in un’altra scuderia»