Corriere della Sera

Lo spaccone e il devoto Il mondiale dei nababbi

Mayweather-Pacquiao si dividono 300 milioni di dollari

- Di Claudio Colombo SCHEDA

Forse non sarà il miglior match del secolo, ma il più ricco sì: per le borse destinate ai pugili, per il denaro generato dalla paytv, per il merchandis­ing collegato all’evento. Floyd Mayweather junior lo scorso anno è stato lo sportivo più pagato al mondo, realizzand­o un imponibile di 105 milioni di dollari (98 milioni di euro) con due soli match all’attivo. Stavolta il pugile americano, non a caso soprannomi­nato Money, potrebbe incassarne 180 (168 milioni di euro) in una sola notte, quella del 2 maggio, per affrontare Manny Pacquiao in una sfida attesa da cinque anni e per la quale la Grand Garden Arena dell’hotel Mgm ha raggiunto il tutto esaurito, 16.800 posti, sei ore dopo l’annuncio del match, il 21 febbraio. Non sarà molto meno ricca la borsa di Pacquiao, il filippino che ama tirar cazzotti e far politica (dal 2010 è membro del Parlamento e sogna di diventare presidente): potrebbe incassare 120 milioni di dollari, ossia il 40% dei 300 milioni che il contratto mette a disposizio­ne dei contendent­i, tolte le spese e le percentual­i degli organizzat­ori.

Che l’attesa sia enorme lo dicono non soltanto i ticket bruciati in un sospiro, ma anche le previsioni di acquisto del match in pay-per-view: si stima che tre milioni di americani metteranno sul piatto la cifra record di 270 milioni di dollari. La bella notizia è che gli appassiona­ti italiani non spenderann­o un euro: la sfida (intorno alle 6 del 3 maggio) sarà trasmessa in chiaro e in esclusiva da Deejay Tv. Insomma, siamo davvero davanti al più ricco incontro di boxe mai organizzat­o nella storia. Il problema è capire se, oltre al successo economico, a Las Vegas assisterem­o anche a un grande match di boxe. Le premesse ci sono, ma anche le perplessit­à abbondano. Uno: l’età dei pugili. Mayweather, figlio e nipote d’arte (suo padre Floyd senior, discreto welter fino agli anni 90; i suoi zii Roger e Jeff, già campioni del mondo), ha compiuto 38 anni in febbraio; Pacquiao, soprannomi­nato Pac man, eroe dei videogioch­i, ne farà 37 in dicembre. Se è vero che nel pugilato di primo livello l’età media si è alzata, è anche vero che i quasi quarantenn­i sono comunque atleti che cominciano a conoscere l’usura del tempo. Secondo motivo: le carriere. Mayweather, imbattuto in 47 incontri (26 risolti prima del limite), campione in cinque categorie diverse, ha vinto per k.o. 13 dei suoi primi 15 match, ma il pugno pesante non è la sua dote principale: incontrist­a puro, eccelle nella doppia fase difesa-ripartenza. Negli ultimi dieci incontri, tutti combattuti all’Mgm, praticamen­te la sua casa, ha però colleziona­to vittorie senza emozioni, come l’ultima, 13 settembre 2014, contro Marcos Maidana. Si è preparato al match da spaccone qual è («Sono più grande di Ali»), twittando forsennata­mente le sue certezze.

Pacquiao, mancino, campione del mondo in otto categorie di peso, marito e padre felice, devoto alla Madonna quanto il suo rivale è patito di social, si è ripreso il titolo Wbo dei welter nell’aprile del 2014 battendo Tim Bradley con un verdetto ribaltato a tavolino; cinque mesi fa ha passeggiat­o con Chris Algieri, dando l’impression­e di aver riconquist­ato una certa sicurezza sul ring. Resta però impressa nella mente degli appassiona­ti la sconfitta subita l’8 dicembre 2102 contro il messicano Marquez, quando Pacquiao, pizzicato da un destro alla dinamite, era rimasto steso sul tappeto, a faccia in giù, per più di un minuto. I saggi della boxe dicono che da un k.o. così fulminante non ci si riprende: il dolo- re passa presto, non i dubbi e i timori quando devi affrontare una sfida ad altissimo rischio. Da allora, e sono passati 28 mesi, il filippino ha combattuto soltanto tre match e questo potrebbe aver arrugginit­o una

173 cm

169 cm

Giro d’affari Sabato il match più ricco della storia: in palio il titolo unificato dei pesi welter La vigilia L’americano: «Mai sconfitto, sono meglio di Ali». E il filippino si affida all’aiuto divino

macchina da pugni che su 57 incontri ne ha conclusi 38 prima del limite (5 le sconfitte, due i pareggi). I numeri dicono che la sfida pende dalla parte di Mayweather, come confermano le agenzie di scommesse. Ma sarà davvero il più grande spettacolo pugilistic­o di inizio secolo? Mettiamola così: mano sul fuoco se si fosse disputato cinque anni fa. Ora, non possiamo garantirlo.

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