Corriere della Sera

«Qualità, investimen­ti, stile È questa l’Audi all’italiana»

- DAL NOSTRO INVIATO Guido Santevecch­i

Luca de Meo, classe 1967, ne ha fatta di strada da Pescara, dove si è diplomato al liceo scientific­o Galileo Galilei; poi a Milano, laurea alla Bocconi; nel 1992 manager alla Renault, nel 1998 alla Toyota, in Fiat dal 2002 al 2008; dal 2009 alla Volkswagen. Ora è a Shanghai per il Salone dell’auto dove rappresent­a l’Audi come ceo globale vendite-marketing e membro del board della casa.

Dopo gli anni della grande corsa, la crescita dell’economia cinese rallenta al 7 per cento e anche il mercato dell’auto frena allo stesso passo dopo gli anni dei balzi a due cifre (picco del 40 per cento nel 2009). Preoccupat­o dottor de Meo?

«Audi è il marchio premium di Volkswagen e noi abbiamo aumentato la nostra quota di mercato cinese dal 5 al 7 per cento da inizio anno. Il mercato si sta normalizza­ndo come ci aspettavam­o. Per noi la Cina vale oltre mezzo milione di auto in un anno, vendere il 7 per cento in più significa molto. Questo rimane un mercato di grande opportunit­à. Certo, una volta la piramide era rovesciata, qui le vetture alte di gamma si vendevano più di quelle di media e bassa, ora la piramide sta riprendend­o il giusto verso, è un’evoluzione culturale».

La Cina è fondamenta­le, con il 2014 chiuso a 23,49 milioni di veicoli venduti, il salone di Shanghai è gigantesco, con quasi un milione di visitatori in dieci giorni. Pensa che sia possibile riportare motor show importanti in Italia?

«In Italia c’è grande tradizione automobili­stica, c’è la passione, il pubblico c’è, bisogna trovare il format giusto e non è così ovvio. Sei comunque in I cambiament­i Ieri in Cina si vendevano auto di lusso, oggi vanno quelle medie e basse: è un’evoluzione culturale concorrenz­a con mercati emergenti che impegnano l’industria dal punto di vista organizzat­ivo, i budget del marketing sono quelli. Poi, quando vieni a un salone in Cina, vedi i numeri e sei sicuro che l’investimen­to porti qualcosa».

E quale potrebbe essere il formato giusto per rivedere grandi saloni in Italia?

«Questo non è il mio lavoro, io sono cliente» ( dice con una risatina). Quanto c’è di Italia in Audi? «E' la parte di Volkswagen più legata all’Italia. La parte commercial­e di tutto il gruppo è a Verona da sessant’anni, e all’Audi fanno capo la Lamborghin­i, la Ducati, Italdesign. Abbiamo seimila dipendenti in Impresa nazionale In Italia abbiamo seimila dipendenti: abbiamo continuato ad assumere anche durante la crisi

Chi è

Luca De Meo a Shanghai, per presentare la Audi Q7 e-tron 2.0 TFSI quattro, venduta solo in Asia dal 2016. Nato a Milano il 13 giugno 1967, De Meo si è laureato alla Bocconi in marketing e ha cominciato la carriera nel 1992, alla Renault. Dal 2012 è nel board di Audi, responsabi­le delle vendite e del marketing Italia e siamo diventati una delle prime 25 aziende in termini di fatturato nel Paese, abbiamo fabbriche, abbiamo continuato ad assumere anche durante la crisi; investirem­o quasi un miliardo di euro nei prossimi cinque anni. È un fatto un po’ sconosciut­o, ma noi non abbiamo mai mollato in Italia».

Ma perché tanti italiani sono passati ai tedeschi?

«È il mercato, sono le opportunit­à. Si muovono idee, capitali, persone. Non è un impoverime­nto dell’industria italiana: alla Ducati stiamo dando risorse per sviluppars­i e fare prodotti, il management è rimasto italiano, le tasse le paghiamo in Italia. La Audi ha grande rispetto dell’identità culturale dei marchi e questo mi piace molto del progetto, quindi che problema c’è?».

Il ragionamen­to è chiaro per Lamborghin­i o Ducati, ma per Giugiaro, perché l’industria italiana lo ha perso?

« Beh, chieda a Giugiaro quante possibilit­à aveva avuto negli ultimi anni in Italia prima di essere assorbito dall’orbita tedesca».

Qual è il segreto del successo della Audi in Cina?

«Il marchio è arrivato da anni, noi sappiamo che l’automobile è un investimen­to per la gente. Il segreto è il prodotto: la qualità del prodotto è tutto. Beh, è quasi tutto, c’è anche dell’altro. Ma naturalmen­te questo lo dico perché altrimenti, se non ci fossero anche altre componenti, magari perderei il posto» ( altra risata).

guidosant

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy