Fazio celebra la Liberazione e trasforma la retorica in racconto
La tv italiana non è mai stata molto capace di fare celebrazioni. Per una volta, fa piacere segnalare un’eccezione. «Viva il 25 aprile!», il programma trasmesso sabato sera su Rai1 per onorare i 70 anni dalla Liberazione, ha trasformato la piazza del Quirinale nel cuore ideale del suo racconto. Sono state raccontate storie di partigiani e di alleati, alcune molto conosciute, altre dimenticate, attraverso le testimonianze di narratori, collegati in tutta Italia dai luoghi più simbolici di quel periodo.
Ne è venuta fuori una serata emozionante, ma soprattutto capace di parlare a tutti, alla ricerca di uno spirito unitario. Fabio Fazio era la persona giusta
Vincitori e vinti
VIVA IL 25 APRILE! Fabio Fazio Liberazione in Tv: buoni gli ascolti per Fazio su Rai1, 4.088.000 spettatori, 17,3% di share 25 APRILE. IL CORAGGIO... Paolo Del Debbio Liberazione in Tv: Rete4 si affida a Del Debbio, per 552.000 spettatori, 2,7% di share per realizzarla. Bisogna dare il merito a lui e alla squadra degli autori che hanno lavorato al programma (il rinnovamento fa bene, par di capire). Certo, il format è sempre quello di «Che tempo che fa», a intervenire c’era il solito gruppo di «amici», ma questa volta si capiva che il clima era diverso, più sentito.
La serata ha avuto momenti più o meno riusciti, ma complessivamente tutto teneva: c’erano idee, un buon ritmo che ha tenuto a bada la noia, un giusto connubio tra solennità della ricorrenza ed eleganza della confezione. Tra le cose migliori: il racconto di Christian De Sica sul finto film messo in piedi dal padre Vittorio per salvare molti ebrei dalla deportazione, il collegamento con Pif da Gela, il commovente intervento di Marco Paolini da Sant’Anna di Stazzema.
Non si può chiedere a un’occasione del genere di rinunciare alla retorica: la cosa importante è trasformarla in racconto, in una good story. Fa piacere anche segnalare l’investimento di Rai1, della Rai in generale, su un’occasione come questa: riservare al programma la prima serata del sabato, senza interruzioni pubblicitarie (di fronte alla concorrenza di una corazzata come «Amici»!), garantire uno standard di produzione elevato, non usare il Servizio pubblico come alibi dei fallimenti.