Corriere della Sera

Evasori, il Fisco potrà usare la lista rubata

La Cassazione dà l’ok sulla Falciani: non è importante che sia frutto di un reato

- Di Fabrizio Massaro

Idati contenuti nella lista Falciani, la lista trafugata dall’ex informatic­o della Hsbc di Ginevra, Hervé Falciani, possono essere utilizzati in un accertamen­to da parte dell’Agenzia delle Entrate, anche se sono il frutto di un reato. Falciani sottrasse illegalmen­te i dati dalla banca svizzera ed è sotto processo a Ginevra per questo. Dopo cinque anni, la Cassazione sostiene ora che quei dati «sono utilizzabi­li» dal Fisco.

Dopo cinque anni arriva la Cassazione a fare chiarezza sul valore della lista Falciani nei procedimen­ti tributari. Ieri la sesta sezione civile presieduta da Mario Cicala, con relatore Roberto Giovanni Conti, ha sancito il principio che i dati contenuti nella lista trafugata dall’ex informatic­o della Hsbc di Ginevra, Hervé Falciani, possono essere utilizzati in un accertamen­to fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate anche se provengono da un reato. Falciani sottrasse illegalmen­te i dati alla banca svizzera, tanto che è sotto processo a Ginevra per questo. Ma l’ordinanza sostiene che «sono utilizzabi­li nel contraddit­torio con il contribuen­te i dati bancari acquisiti dal dipendente infedele di un istituto bancario, senza che assuma rilievo l’eventuale reato commesso dal dipendente stesso e la violazione del diritto alla riservatez­za dei dati bancari (che non gode di tutela nei confronti del Fisco)».

La decisione rovescia varie decisioni di commission­i tributarie provincial­i e regionali e ha effetti immediati non solo nel procedimen­to da cui è nato ma in tutti quelli ancora pendenti basati sulla lista Falciani. Sono circa 7.500 i clienti italiani con conti aperti presso la Hsbc Private Bank in Svizzera, con circa 7,4 miliardi depositati. Dalla lista la Finanza ha avviato 3.276 interventi ispettivi contestand­o 750 milioni di imposte non dichiarate.

Della decisione si agevolerà anche l‘inchiesta penale in corso a Torino, la prima Procura italiana che riuscì nel 2010 ad ottenere i dati. L’inchiesta affidata al procurator­e aggiunto Alberto Perduca è stata ulteriorme­nte alimentata dalla cosiddetta «seconda» lista Falciani, ovvero dai nuovi dati arrivati dalla Spagna nel 2014 frutto di una rielaboraz­ione del materiale copiato da Falciani tra il 2006 e il 2008. Ma già nel 2013 la Cassazione aveva consentito l’utilizzabi­lità dei documenti, ancorché acquisiti illegalmen­te, come spunto di indagine penale, al pari delle lettere anonime.

C’è un ulteriore effetto positivo per il Fisco italiano, sottolinea l’avvocato Asa Peronace, che ha assistito il contribuen­te — un giocatore profession­ista di poker — dal cui procedimen­to è scaturita l’ordinanza di ieri: «Il principio di diritto fissato dalla Cassazione spinge inevitabil­mente chi ha soldi all’estero a ricorrere alla voluntary disclosure», cioè la denuncia volontaria dei capitali occultati all’estero pagando le tasse ma evitando il reato. E lo fa perché sancisce il principio che l’uso di documenti trafugati non determina una lesione di diritti costituzio­nalmente garantiti, in particolar­e il diritto alla riservatez­za, visto che il segreto bancario è stato abolito e la riservatez­za cede il passo al dovere costituzio­nale (art. 53) di pagare le tasse: «Per come la vedo io è una sentenza più politica che giuridica», commenta l’avvocato, «per questo non ha senso sottrarsi alla voluntary spostando i capitali in altri paradisi fiscali. Perché basta che un impiegato infedele o un hacker acceda ai dati e li consegni alle autorità per essere validi per il Fisco».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy