Mirabelli: il testo rispetta la Consulta grazie a liste corte e limiti al premio
ROMA Professor Cesare Mirabelli, lei è stato presidente della Corte costituzionale, qual è il suo giudizio sull’Italicum?
«È molto semplice. Dal punto di vista costituzionale non vedo particolari problemi. Qualche margine di dubbio e qualche criticità si pongono solo al livello dell’opportunità, ma non cambiano il mio giudizio. Non c’è niente che si ponga contro la piena legittimità della nuova legge. Il nuovo sistema elettorale sta bene in piedi».
Perché?
«L’Italicum dà risposte alla sentenza della Corte che ha dichiarato illegittimo il Porcellum».
Per alcuni però sarebbe stato meglio usare la legge risultante dopo la bocciatura della Corte, il Consultellum.
«No, il Consultellum non poteva essere sufficiente, anche se la sentenza era come si dice immediatamente applicativa, cioè la si sarebbe potuta applicare come legge elettorale in caso di scioglimento anticipato delle Camere...».
E, quanto al contenuto, in che cosa l’Italicum risponde alla sentenza?
«Innanzitutto, perché mette un limite al premio di maggioranza, nel senso che lo attribuisce solo alla lista che supera il 40 per cento, mentre con il Porcellum esso era destinato alla coalizione vincente qualsiasi fosse la percentuale dei voti raggiunta. E poi, adesso, se nessuna lista raggiunge il 40 per cento, la parola ritorna agli elettori, ai cittadini, con il ballottaggio, un vero paracadute».
C’è il nodo dei candidati, oppure no? È stata sollevata la questione dei nominati...
«La mia risposta è no. L’Italicum rimedia anche alla non conoscibilità dei candidati presentati nel Porcellum con liste bloccate, così ampie (in alcune grandi circoscrizioni, oltre trenta) da impedire una scelta consapevole. Nell’Italicum, invece, le liste sono molto corte».
I capilista non sono un problema?
«Il caso dei capilista potrebbe prestare il fianco a qualche dubbio, ma si tratta, anche in questo caso, di elementi marginali. I capilista bloccati, a motivo delle candidature multiple in cento collegi, si riducono per questo stesso fatto ad un numero molto inferiore. Il capolista bloccato, poi, invece di essere attrattivo, può persino rivelarsi un boomerang: magari un cittadino sarebbe intenzionato a votare una lista, ma dirotta altrove il suo voto quando vede al primo posto una faccia che non gli piace».
Insomma, si tratta di punti opinabili?
«Sì, del resto è da oltre mezzo secolo, dal 1953, che non c’è mai stata una legge elettorale che non abbia creato polemiche. Comunque, invito ad aspettare di vedere all’opera la legge. A me sembra molto positivo che essa tenda a creare un bipartitismo. E anche la soglia del 3 per cento è un elemento positivo».
C’è già chi invoca il referendum abrogativo...
«Starei attento, perché nel caso dell’Italicum, il quesito referendario imporrà a chi lo scrive uno sforzo addirittura titanico per sopprimere le parti che non piacciono e far restare in piedi comunque una legge valida. Il referendum, insomma, già si presenta con forti accenti di inammissibilità».
Arma a doppio taglio Il capolista bloccato è un nodo marginale ma può indurre a non votare una faccia che non piace