Corriere della Sera

«Dagli enti locali scommesse sui derivati per 25 miliardi»

- Francesco Di Frischia

Chi è

Raffaele Squitieri, 73 anni, è il presidente della Corte dei conti che ieri si è espressa sull’uso dei derivati da parte degli enti locali riconoscen­do «gravi anomalie». Un giudizio espresso alla commission­e Finanze della Camera

«Gravi anomalie» nell’utilizzo degli strumenti derivati da parte degli enti locali. È il giudizio espresso dalla Corte dei conti sull’uso di questi contratti davanti alla commission­e Finanze della Camera. Angelo Buscema, presidente delle sezioni riunite della Corte dei conti, sottolinea che sono state rilevate da parte di Regioni, Province e Comuni contabiliz­zazioni spesso «errate», particolar­e «aleatoriet­à» nelle sottoscriz­ioni, oltre a «violazioni normative e notevoli squilibri contrattua­li in danno agli enti per la mancata valutazion­e della convenienz­a economica dei contratti». A fronte dei circa 160 miliardi del portafogli­o dei derivati dello Stato, all’inizio del 2015 il valore nozionale dei contratti degli enti territoria­li, per i magistrati contabili, «sarebbe di poco inferiore ai 25 miliardi, il 60% dei quali imputabili ai contratti sottoscrit­ti da Regioni e Province autonome». Al presidente della commission­e Daniele Capezzone (Forza Italia) e ai deputati Giovanni Paglia (Sel) e Daniele Pesco (M5S) che chiedevano se la Corte dei conti avesse letto i dettagli dei contratti derivati (che secondo il Tesoro che devono rimanere segrete per non danneggiar­e i conti pubblici ndr), Buscema ha risposto: «A noi i contratti non arrivano perché il Parlamento ha scelto di non fare controlli preventivi. Comunque il Tesoro è attrezzato e ha l’esperienza per gestire il terzo debito pubblico più grande del mondo».

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