Dalla Liguria alla Scozia: «Pronti a portare Miliband fino a Downing Street»
Il nonno Antonio, dopo avere combattuto la Prima guerra mondiale, lasciò Stadomelli, una piccola frazione in provincia di La Spezia e partì per Glasgow dove aprì un «fish and chips» e incontrò la sua futura moglie. Così uno dei rami della famiglia ligure Fabiani prese la strada della Scozia. Linda Fabiani, nipote di Antonio, siede nel Parlamento di Edimburgo, è stata ministro del governo scozzese, è indipendentista, è una delle leader dello Scottish National Party (SNP) ed ha partecipato ai lavori della commissione Smith istituita da Londra per disegnare un’autonomia politica e fiscale più forte per la Scozia.
Il futuro di Downing Street è nelle vostre mani...
«Noi siamo pronti a portare Ed Miliband a Downing Street. Dipende da lui. Se davvero vuole rovesciare le politiche di austerità dei conservatori, se vuole invertire la rotta che il suo partito ha preso, allora si sieda al tavolo che noi ci siamo per un appoggio esterno».
In settembre siete stati sconfitti al referendum, adesso avrete la maggioranza assoluta dei 59 seggi scozzesi per la Camera dei Comuni. I sondaggi prevedono una cinquantina di vostri parlamentari a Westminster...
«C’è più consapevolezza dell’identità scozzese e c’è pure l’amara considerazione che le promesse fatte da Londra sono state tradite. Di conseguenza le adesioni e le simpatie per il mio partito sono cresciute. E vi è il riconoscimento per le competenze che abbiamo dimostrato nel guidare il governo scozzese».
Come spiega il crollo del partito di Miliband in Scozia?
«I laburisti hanno pensato che la Scozia appartenesse soltanto a loro. Autocompiacenti e arroganti. Quando hanno governato la Scozia si sono comportati male. Sono stati e sono percepiti come parte dell’establishment inglese». Ma con loro intendete allearvi. «Sì, a certe condizioni. Ed è anche nell’interesse di Miliband perché se intende guidare un governo di tutto il Regno Unito è inevitabile che abbia l’appoggio degli scozzesi. Lo trascineremo a Downing Street».
Com’è possibile un accordo fra unionisti e indipendentisti?
«L’indipendenza della Scozia è il nostro obiettivo. Ma non è ora in discussione. Lo sarà quando gli scozzesi ci chiederanno, se lo chiederanno, un nuovo referendum fra qualche anno. Adesso ciò su cui è necessario trovare un’intesa è la nuova “home rule”, ovvero una maggiore devoluzione di poteri».
C’è un’altra questione delicata: i I laburisti alla canna del gas Si sono comportati male, sono stati autocompiacenti ed arroganti. Ma noi ridaremo a loro le chiavi del potere missili nucleari Trident sui sottomarini nella base navale scozzese.
«Non li vogliamo. E non li vogliono neppure i laburisti scozzesi. Credo che Miliband ne debba tenere conto».
I laburisti dicono che un voto dato allo SNP è un voto a favore dei tory.
«Viene da ridere: ma si ricordano che cosa votavano gli scozzesi quando governava la Thatcher? Per i laburisti... era un voto inutile anche quello? In Scozia i laburisti sono alla canna del gas e cercano di risalire la china insinuando che la sconfitta è per colpa nostra. È vero il contrario. Noi, vincendo, gli restituiamo le chiavi di Downing Street».