Corriere della Sera

Scuola, il governo ai sindacati: trattiamo

L’apertura dopo lo sciopero: oggi l’incontro con i vertici del Pd nella sede del partito Ma al test Invalsi alle primarie la partecipaz­ione scende del 10 per cento rispetto al 2014

- Claudia Voltattorn­i cvoltattor­ni@corriere.it

Alla fine hanno vinto loro. Perché se da mesi il premier Matteo Renzi ripete: « Sulla Buona scuola nessun passo indietro», ieri, il giorno dopo le piazze d’Italia piene dell’esercito dei 500 mila — insegnanti, studenti, genitori, bidelli — ha dovuto ammettere: «Dobbiamo spiegare meglio quello che stiamo facendo » . Risultato: «Ascoltiamo chi ha protestato». E in commission­e Cultura alla Camera, dove il disegno di legge è all’esame, sono stati accantonat­i gli articoli 6, 7, 8 e 9 su organico e assunzioni, i più controvers­i, proprio per «ascoltare e spiegare».

Renzi lo ha deciso dopo un incontro con i parlamenta­ri pd, con la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi e la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini che ha chiarito: «Stiamo lavorando, migliorand­o e integrando il testo, dialogando con tutte le forze interessat­e al mondo della scuola». Il che significa associazio­ni e studenti ma soprattutt­o i sindacati, Cgil, Cisl, Uil, Gilda, Snals, Cobas, Anief: proprio quella parte di scuola cui da tempo il premier manda messaggi del tipo: «La scuola non è vostra, ma di studenti e professori».

Si vedranno oggi pomeriggio nella sede del Pd dove saranno ricevuti dal presidente Matteo Orfini, dal vicesegret­ario Lorenzo Guerini, dalla responsabi­le scuola Francesca Puglisi e dalla deputata Simona Malpezzi. Renzi non ci sarà, perciò Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola hanno chiesto un incontro urgente alle commission­i Cultura di Camera e Senato, al premier e ai presidenti Laura Boldrini e Pietro Grasso: «Il personale della scuola va ascoltato, l’altissima partecipaz­ione allo sciopero e alle manifestaz­ioni dimostra che il suo coinvolgim­ento è essenziale». Sarà così, promette Puglisi: «Vogliamo ascoltare nel merito le critiche di chi è sceso in piazza, poi valutiamo».

Così dopo i mesi del muro contro muro, degli appelli, dei flash mob, delle lettere di Renzi ai prof (annunciate e poi mai inviate) e dello sciopero del 5 maggio con adesioni fino all’80%, parte la fase di dialogo del governo. Ma i sindacati non brindano e rimangono cauti: «Se parliamo di cambiament­i radicali allora sì — dice Domenico Pantaleo della Flc Cgil —, ma se è un’apertura a piccole modifiche non va bene». Per Annamaria Furlan, Cisl, « la scuola è di tutti, va costruita assieme, la riforma oggi è troppo distante da questo obiettivo». E Massimo Di Menna, Uil Scuola: «Se resta l’idea che uno comanda e non si discute, il governo avrà tutta la scuola contro». Perché il nodo continua a rimanere la figura del preside e il suo potere. «La responsabi­lità del dirigente scolastico — chiarisce subito Anna Ascani, pd — non è in discussion­e: è il leader educativo cui competerà la scelta dei docenti, nel contesto dell’autonomia». E pure il sottosegre­tario Incontro Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini esce dalla sede del Partito democratic­o a Roma dopo l’incontro sulle riforma della scuola all’Istruzione Davide Faraone: «Non vogliamo che sia minimament­e toccata l’autonomia degli istituti e il ruolo di sindaco del dirigente che è colui che coordina la comunità, ma non è un comandante».

Sul resto, si può discutere. «Al preside è rimasto solo un potere: quello di scegliere i docenti — dice Ascani —, quindi la disponibil­ità a cambiare c’è». Si è rafforzato infatti il ruolo del consiglio d’istituto: deciderà il piano di offerta formativa triennale della scuola e parteciper­à alla scelta dei prof più meritevoli da premiare con il bonus annuale. Troppo poco per i sindacati, ma anche per gli insegnanti che il giorno dopo lo sciopero non si accontenta­no e continuano a protestare. Ieri alle elementari c’è stata la prova Invalsi: la partecipaz­ione è scesa del 10% rispetto al 2014 quando aderì il 99% delle scuole. «È un segnale — spiega Di Menna —, la scuola è ancora in subbuglio, i prof la riforma l’hanno capita benissimo, se non c’è un cambio di passo, gliela spieghiamo noi». Intanto, ieri sera il primo incontro dei vertici pd è stato con la Rete degli Studenti, l’Uds e i giovani dell'Azione Cattolica: « Soddisfatt­i? Per niente — dice Alberto della Rete —: ci hanno dato la loro verità in tasca senza alcuna possibilit­à di apertura, questo è il dialogo?».

Il disegno di legge La decisione di accantonar­e gli articoli più controvers­i su organico e assunzioni

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