Corriere della Sera

Camperio: riassetto Borsalino in 2 mosse E aspetto nuovi soci

- Daniela Polizzi

La locandina del film Borsalino con Alain Delon nelle vesti di un gangster La modella israeliana Bar Refaeli indossa un modello Papier, il classico per donna Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in «Casablanca», il film di Michael Curtiz girato nel 1942

Dal cuore industrial­e di Alessandri­a al distretto finanziari­o di Ginevra. Viene dal Lago Lemano la rete di salvataggi­o di Borsalino, icona del copricapo in feltro, reso famoso attraverso il cinema da Alain Delon, Jean Paul Belmondo e Jean Seberg. L’azienda finita in default a causa del crac del socio di maggioranz­a, il finanziere astigiano Marco Marenco già messo in mora dal board nel 2013 e finito in manette con l’accusa di bancarotta, sembra aver imboccato il percorso di rilancio. Ieri il consiglio della Borsalino Giuseppe & Fratello, guidato dal capoaziend­a Marco Moccia e dal presidente Saverio Canepa hanno messo a segno un doppio colpo. Prima la firma degli impegni con Philippe Camperio, l’uomo d’affari svizzero che avrà il ruolo di «assuntore» come proprietar­io della neo costituita Haeres equita, la società veicolo che affitterà il ramo d’azienda. Moccia e Canepa hanno così depositato al Tribunale di Alessandri­a il ricorso per il concordato in continuità. Camperio, 44 anni domani, è cittadino svizzero. Ma un filo rosso lo lega all’Italia. È l’erede di quella dinastia lombarda, emigrata in Svizzera a metà del 900, che ha visto tra le sue fila il patriota risorgimen­tale Manfredo e prima ancora Giannino Camperio, tra i fondatori nel 1899 (nonché calciatore) dell’Ac Milan. «È stato un coup de coeur — racconta Camperio —. Sarò socio di maggioranz­a e investirò risorse personali. Quando l’assemblea dei creditori approverà il piano e il Tribunale firmerà l’omologa è possibile che si aprano le porte a investitor­i industrial­i. Tutta la produzione rimarrà ad Alessandri­a dove lavorano 120 addetti. Il rilancio non sarà una passeggiat­a ma c’è l’impegno a farcela». A Ginevra ha già firmato la ristruttur­azione dei marchi Heavens e Ready to wear. In Borsalino ci sono 15 milioni di ordini inevasi perché non c’erano i soldi per pagare i fornitori di pelo di coniglio e di paglia dell’Equador. Il prossimo scoglio sarà l’Agenzia delle entrate: l’azienda ha un debito fiscale di 15 milioni. L’obiettivo è negoziare un rimborso sostenibil­e rispetto al piano.

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