Camperio: riassetto Borsalino in 2 mosse E aspetto nuovi soci
La locandina del film Borsalino con Alain Delon nelle vesti di un gangster La modella israeliana Bar Refaeli indossa un modello Papier, il classico per donna Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in «Casablanca», il film di Michael Curtiz girato nel 1942
Dal cuore industriale di Alessandria al distretto finanziario di Ginevra. Viene dal Lago Lemano la rete di salvataggio di Borsalino, icona del copricapo in feltro, reso famoso attraverso il cinema da Alain Delon, Jean Paul Belmondo e Jean Seberg. L’azienda finita in default a causa del crac del socio di maggioranza, il finanziere astigiano Marco Marenco già messo in mora dal board nel 2013 e finito in manette con l’accusa di bancarotta, sembra aver imboccato il percorso di rilancio. Ieri il consiglio della Borsalino Giuseppe & Fratello, guidato dal capoazienda Marco Moccia e dal presidente Saverio Canepa hanno messo a segno un doppio colpo. Prima la firma degli impegni con Philippe Camperio, l’uomo d’affari svizzero che avrà il ruolo di «assuntore» come proprietario della neo costituita Haeres equita, la società veicolo che affitterà il ramo d’azienda. Moccia e Canepa hanno così depositato al Tribunale di Alessandria il ricorso per il concordato in continuità. Camperio, 44 anni domani, è cittadino svizzero. Ma un filo rosso lo lega all’Italia. È l’erede di quella dinastia lombarda, emigrata in Svizzera a metà del 900, che ha visto tra le sue fila il patriota risorgimentale Manfredo e prima ancora Giannino Camperio, tra i fondatori nel 1899 (nonché calciatore) dell’Ac Milan. «È stato un coup de coeur — racconta Camperio —. Sarò socio di maggioranza e investirò risorse personali. Quando l’assemblea dei creditori approverà il piano e il Tribunale firmerà l’omologa è possibile che si aprano le porte a investitori industriali. Tutta la produzione rimarrà ad Alessandria dove lavorano 120 addetti. Il rilancio non sarà una passeggiata ma c’è l’impegno a farcela». A Ginevra ha già firmato la ristrutturazione dei marchi Heavens e Ready to wear. In Borsalino ci sono 15 milioni di ordini inevasi perché non c’erano i soldi per pagare i fornitori di pelo di coniglio e di paglia dell’Equador. Il prossimo scoglio sarà l’Agenzia delle entrate: l’azienda ha un debito fiscale di 15 milioni. L’obiettivo è negoziare un rimborso sostenibile rispetto al piano.