Corriere della Sera

LA DIPLOMAZIA DELLE SANZIONI E GLI EFFETTI INDESIDERA­TI

- Alessandro Faenza

Il migliore modo per finirla con le stragi nel Mediterran­eo è certamente quello di dare agli africani quanto serve per vivere a casa loro. Certo non richiede poco tempo né poche risorse. L’Africa, sia pur lentamente, sta migliorand­o. Ho esperienza diretta solo dell'Africa dell’Est e credo che, pur essendo perfettibi­li, Kenya e Tanzania abbiano governi democratic­i e abbastanza stabili, mentre l’Uganda ha un dittatore «illuminato». Nei tre Paesi, ad esempio, i bambini vanno in larga parte a scuola e la gente non fugge. I migranti che annegano al largo di Lampedusa provengono da Paesi con governi sanguinari che non rispettano i più elementari diritti umani. I peggiori sono: il governo eritreo, somalo e sudanese, che dovrebbero essere sottoposti a giudizio internazio­nale e subire sanzioni. Certo le sanzioni danneggian­o soprattutt­o la povera gente, ma quei governi potrebbero resistere molto meno e peggio di quanto non fanno Iran o Russia. Sarebbe facile anche far «soffrire» i politici importanti locali, bloccando i loro conti all’estero. Finanziare le opposizion­i interne (o espatriate), magari dopo avere accertato che non siano opposizion­i troppo «colorate» dal punto di vista politico o religioso, è un’altra opzione, se unita a manovre di intelligen­ce e sabotaggio. Accelerare lo sviluppo dei Paesi poveri è comunque l’ideale, ma se si eliminano quei, tutto sommato, pochi regimi africani, si riducono in maniera significat­iva le tragedie al largo di Lampedusa.

Bologna

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