Corriere della Sera

La Rete invasa dai gattini «anti Salvini» E lui: un successo

- Marco Cremonesi

Su Facebook La «replica» di Salvini

I gattini all’attacco di Salvini. Da ieri pomeriggio ogni post del capo leghista su Facebook è stato bombardato da decine e poi centinaia e migliaia di foto, montaggi, trovate varie basate su immagini di teneri micetti. La mobilitazi­one virtuale, organizzat­a da «Progetto Kitten» (slogan: «Portiamo pucciosi gattini messaggeri di amore sulle bacheche di chi se la prende troppo sul serio!») ha avuto un successo in Italia senza precedenti. Che ha sopraffatt­o i pur volenteros­i leghisti che protestava­no: «Zecche comuniste». Quanto a lui, il capo leghista, all’inizio è apparso indispetti­to. In risposta a un sostenitor­e che attribuiva le responsabi­lità ai grillini ha scritto: «Tranquillo, li rimettiamo tutti a nanna». Poi, però, ha deciso di stare al gioco e di valorizzar­e la potenza virale espressa dalla trovata. E così, sia sul profilo della Lega che su quello di «Noi con Salvini» è apparsa un’autoproduz­ione: «Più gattini con Salvini». Luca Morisi, il gran sacerdote della presenza del «Capitano» leghista sui social media, sembra entusiasta: «È un gioco divertente. E il suo successo indica la forza di Salvini, che ogni settimana può contare su milioni di pagine visualizza­te». Uno degli ideatori del «Progetto Kitten», sentito da Corriere.it, spiega che Salvini è stato scelto perché il suo nome «fa rima con gattini». E annuncia: «Credo che replichere­mo presto. Magari con altri animali e altri personaggi». Oggi intanto esce #Il militante, una biografia del capo leghista scritta da due giornalist­i che lo hanno seguito passo passo per parecchi anni, Alessandro Franzi e Alessandro Madron. La carriera del leader padano che dice di non avere alcuna intenzione di «fare il segretario a vita» ma di volersi coltivare un successore prima di «tornare a fare il giornalist­a» è ben documentat­a anche nei suoi primi anni. Quando, per esempio, era il leader dei «Comunisti padani» all’interno del Parlamento del Nord di epoca secessioni­sta e dichiarava pubblicame­nte la sua frequentaz­ione del centro sociale Leoncavall­o. Ma Daniele Farina, portavoce del centro oggi deputato di Sinistra ecologia e libertà, scuote la testa: «Salvini? Chi l’ha mai visto? Mai avuto a che fare con noi».

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