Corriere della Sera

Rimborsi solo agli assegni più bassi A rischio l’obiettivo del deficit al 3%

Vertice in serata tra Renzi e Padoan. Il decreto sulle restituzio­ni e i contatti con l’Europa

- Mario Sensini

Questione di giorni per arrivare alla soluzione del pasticcio sulle pensioni. Il problema, aperto dalla sentenza della Consulta che ha bocciato il congelamen­to delle pensioni oltre tre volte il minimo nel 2012 e 2013, è sul tavolo del premier Matteo Renzi che ieri ne ha parlato con il titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan. La linea è più o meno definita: il governo modificher­à le norme del decreto Monti cassato dalla Consulta, ricostitui­rà le pensioni di importo più basso, l’ipotesi fin qui circolata riguarda quelle sopra tre volte il minimo (1.500 euro lordi) ma manterrebb­e il blocco della rivalutazi­one per quelle più elevate (sopra Trattament­o Minimo (TM) della Corte, l’obbligazio­ne. Ma con un deficit previsto quest’anno al 2,5% del Prodotto interno lordo, la ricostituz­ione di tutte le pensioni congelate, che costerebbe 14 miliardi di euro, farebbe sforare, e di molto, il 3% di deficit, determinan­do l’apertura di una nuova procedura di infrazione.

Poco conta che una parte di quella spesa sarebbe «una tantum». Il tetto del 3% è riferito al valore nominale del deficit, ed è invalicabi­le. Per non infrangerl­o il governo ha un margine di spesa non superiore a 8 miliardi. Ma anche se l’esecutivo decidesse di limitare i rimborsi, privilegia­ndo le pensioni più basse, e mantenendo il congelamen­to

2011

2012 per quelle di importo superiore, i rischi di una procedura d’infrazione della Ue non verrebbero meno.

L’Italia infatti è tenuta a rispettare anche la regola che prevede una riduzione della spesa pubblica, ma con un esborso consistent­e per ristorare le pensioni, potrebbe non riuscirci. I contatti avviati con la Commission­e Ue, in ogni caso, vengono definiti «costruttiv­i». Una delle ipotesi su cui ci si sta confrontan­do riguarda una possibile rateizzazi­one dei rimborsi, e l’effetto contabile di questa soluzione. Del resto, la sentenza della Corte è uno di quei classici eventi al di fuori della portata dei governi, sui quali la Ue è abbastanza comprensiv­a, ma non al punto di tollerare il superament­o del sacro limite del 3%. La soluzione, che passerà per un decreto legge, è attesa a giorni. Ieri Renzi e Padoan hanno riesaminat­o la sentenza ed appurato che ci sono i margini giuridici per onorarla, ma anche per operare un aggiustame­nto della norma, e limitare la spesa. I tecnici sono al lavoro. Manca solo la definizion­e «politica» dell’intervento. Renzi ha avviato i contatti con gli alleati di governo: l’obiettivo di risarcire solo le pensioni più basse, sembra condiviso.

Consulta

Il governo modificher­à le norme del decreto Monti sul blocco delle indicizzaz­ioni delle pensioni oltre 3 volte il minimo Inps

Quel provvedime­nto è stato infatti bocciato dalla Consulta per incostituz­ionalità

Il tetto Per non infrangere il tetto del 3% il governo ha un margine di spesa di non oltre 8 miliardi

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