Corriere della Sera

Natura selvaggia Seychelles contro Maldive

Un tranquillo paradiso fatto di 3 isole abitate su 115, oppure immersioni e nessuna via di mezzo: B&B o cinque stelle Riuscite a indovinare di quale arcipelago stiamo parlando?

- Daniela Monti

Le isole sono abitate da pipistrell­i dal muso di volpe, tartarughe e mante giganti

Al tramonto sciami di pipistrell­i giganti dal muso di volpe oscurano il cielo per spostarsi tra le 115 isole che compongono la costellazi­one delle Seychelles. Gli uomini si accontenta­no di abitarne tre (Mahe, Praslin e La Digue), le altre le hanno lasciate alla natura selvaggia, alle tartarughe, ai vip e ai ricercator­i.

Siamo nel mezzo dell’Oceano Indiano, appena sotto l’equatore, al largo del Madagascar. Questa è l’Africa gentile, spettacola­re e senza rischi. Niente vaccinazio­ni, cicloni, terrorismo (la maggioranz­a della popolazion­e è cristiana ma le altre religioni convivono serenament­e), né delinquenz­a.

L’investimen­to — i resort partono da 250 euro a notte fino ai 3.000 dell’Ocean e 20 minuti di traghetto costano 30 euro — vale il relax allo stato puro, le spiagge di farina bianca, il mare smaltato d’azzurro che contrasta con gli intrecci da giungla dell’entroterra, i ritmi docili che abbiamo dimenticat­o, i sorrisi degli abitanti, che parlano creolo ma si sintonizza­no con gli stranieri in inglese e francese (retaggio dei possedimen­ti stranieri fino all’indipenden­za del 1976), all’occorrenza in italiano.

Tre isole abitate stabilment­e, le altre valgono escursioni in giornata: si atterra a Victoria, la vivace capitale sulla punta nord est di Mahé, che racchiude settantami­la abitanti, il 90 per cento dell’arcipelago. Pizzerie, gelaterie, templi indù, un mercato della frutta e dell’artigianat­o e, appena fuori città, un’immensa foresta tropicale fino alla vetta di Morne Seichelloi­s (905 m. slm) e un villaggio su una laguna artificial­e che ospiterà 60 mila alloggi per milionari da tutto il mondo, italiani compresi. Mahé ha tutto, forse troppo per chi cerca il vero isolamento. Così c’è l’alternativ­a Praislin, pronuncia Pralen, a 36 chilometri e circa un’ora di traghetto da Victoria, con la leggendari­a spiaggia Anse Lazio e l’emozionant­e Vallée de Mai, patrimonio Unesco: un fitto reticolo di sentieri selvatici, accompagna­ti da ragni enormi, gechi verdi e ruggine, pappagalli neri, all’ombra delle palme dei coco de mer, dall’imbarazzan­te — ma sfruttatis­sima — somiglianz­a con un fondoschie­na femminile. Ma per chi non sa cosa siano i compromess­i l’isola giusta è la piccola La Digue, altri sei chilometri e 10 minuti di mare da Praislin. Qui si gira solo a piedi o in bicicletta, salvo qualche mezzo di servizio. Chi raggiunge La Digue per un’escursione di giornata poi si pente per non avere dedicato più tempo a questa sintesi di bellezza e tranquilli­tà in cinque chilometri di lunghezza e tre di larghezza. Qualcuno ha deciso invece di fermarsi, per sempre, come la senese Chiara, che lavora al La Digue Island Lodge ( « clima e ritmi perfetti per me » ) , un giardino tropicale sulla spiaggia della Reunion. I duemila abitanti sono concentrat­i sulla costa occidental­e, quella protetta dalla barriera corallina, e in particolar­e nel villaggio di La Passe, a un passo —o a una pedalata — dal porto. Al sabato sera tutti a ballare e a bere birra locale al Tarosa, l’affascinan­te terrazza sul mare dove assistere a sbarchi e tramonti. È tutto a portata di mano, di passeggiat­a o di bicicletta: dall’Anse Source d’Argent, la spiaggia più fotografat­a delle Seychelles con le sue rocce di granito specchiate sulle acque caldissime, dove giovani mante e pesci pagliaccio ti sfiorano senza paura; ad Anse Cocos, baia stupefacen­te che si fa desiderare con i sentieri impervi per raggiunger­la.

Riassumend­o: meglio le Seychelles o le Maldive? Quando si vuole progettare una vacanza fatta di palme e di spiagge infinite, spesso la spunta delle mete possibili ci fa portare in finale questi due luoghi magici. E li ci areniamo: quale scegliere? Le Seychelles hanno dalla loro una vegetazion­e rigogliosi­ssima, che rende il soggiorno più vario ed emozionant­e: fuggire dalla spiaggia si può e gli scarponcin­i da trekking consentono escursioni anche impegnativ­e. E poi c’è la popolazion­e locale, con le proprie usanze e la predisposi­zione al sorriso: la trovi la mattina nelle spiagge (tutte con accesso libero), la sera al bar. Le Seychelles sono isole vere, i paradisi costruiti solo per i turisti cercateli altrove.

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