Natura selvaggia Seychelles contro Maldive
Un tranquillo paradiso fatto di 3 isole abitate su 115, oppure immersioni e nessuna via di mezzo: B&B o cinque stelle Riuscite a indovinare di quale arcipelago stiamo parlando?
Le isole sono abitate da pipistrelli dal muso di volpe, tartarughe e mante giganti
Al tramonto sciami di pipistrelli giganti dal muso di volpe oscurano il cielo per spostarsi tra le 115 isole che compongono la costellazione delle Seychelles. Gli uomini si accontentano di abitarne tre (Mahe, Praslin e La Digue), le altre le hanno lasciate alla natura selvaggia, alle tartarughe, ai vip e ai ricercatori.
Siamo nel mezzo dell’Oceano Indiano, appena sotto l’equatore, al largo del Madagascar. Questa è l’Africa gentile, spettacolare e senza rischi. Niente vaccinazioni, cicloni, terrorismo (la maggioranza della popolazione è cristiana ma le altre religioni convivono serenamente), né delinquenza.
L’investimento — i resort partono da 250 euro a notte fino ai 3.000 dell’Ocean e 20 minuti di traghetto costano 30 euro — vale il relax allo stato puro, le spiagge di farina bianca, il mare smaltato d’azzurro che contrasta con gli intrecci da giungla dell’entroterra, i ritmi docili che abbiamo dimenticato, i sorrisi degli abitanti, che parlano creolo ma si sintonizzano con gli stranieri in inglese e francese (retaggio dei possedimenti stranieri fino all’indipendenza del 1976), all’occorrenza in italiano.
Tre isole abitate stabilmente, le altre valgono escursioni in giornata: si atterra a Victoria, la vivace capitale sulla punta nord est di Mahé, che racchiude settantamila abitanti, il 90 per cento dell’arcipelago. Pizzerie, gelaterie, templi indù, un mercato della frutta e dell’artigianato e, appena fuori città, un’immensa foresta tropicale fino alla vetta di Morne Seichellois (905 m. slm) e un villaggio su una laguna artificiale che ospiterà 60 mila alloggi per milionari da tutto il mondo, italiani compresi. Mahé ha tutto, forse troppo per chi cerca il vero isolamento. Così c’è l’alternativa Praislin, pronuncia Pralen, a 36 chilometri e circa un’ora di traghetto da Victoria, con la leggendaria spiaggia Anse Lazio e l’emozionante Vallée de Mai, patrimonio Unesco: un fitto reticolo di sentieri selvatici, accompagnati da ragni enormi, gechi verdi e ruggine, pappagalli neri, all’ombra delle palme dei coco de mer, dall’imbarazzante — ma sfruttatissima — somiglianza con un fondoschiena femminile. Ma per chi non sa cosa siano i compromessi l’isola giusta è la piccola La Digue, altri sei chilometri e 10 minuti di mare da Praislin. Qui si gira solo a piedi o in bicicletta, salvo qualche mezzo di servizio. Chi raggiunge La Digue per un’escursione di giornata poi si pente per non avere dedicato più tempo a questa sintesi di bellezza e tranquillità in cinque chilometri di lunghezza e tre di larghezza. Qualcuno ha deciso invece di fermarsi, per sempre, come la senese Chiara, che lavora al La Digue Island Lodge ( « clima e ritmi perfetti per me » ) , un giardino tropicale sulla spiaggia della Reunion. I duemila abitanti sono concentrati sulla costa occidentale, quella protetta dalla barriera corallina, e in particolare nel villaggio di La Passe, a un passo —o a una pedalata — dal porto. Al sabato sera tutti a ballare e a bere birra locale al Tarosa, l’affascinante terrazza sul mare dove assistere a sbarchi e tramonti. È tutto a portata di mano, di passeggiata o di bicicletta: dall’Anse Source d’Argent, la spiaggia più fotografata delle Seychelles con le sue rocce di granito specchiate sulle acque caldissime, dove giovani mante e pesci pagliaccio ti sfiorano senza paura; ad Anse Cocos, baia stupefacente che si fa desiderare con i sentieri impervi per raggiungerla.
Riassumendo: meglio le Seychelles o le Maldive? Quando si vuole progettare una vacanza fatta di palme e di spiagge infinite, spesso la spunta delle mete possibili ci fa portare in finale questi due luoghi magici. E li ci areniamo: quale scegliere? Le Seychelles hanno dalla loro una vegetazione rigogliosissima, che rende il soggiorno più vario ed emozionante: fuggire dalla spiaggia si può e gli scarponcini da trekking consentono escursioni anche impegnative. E poi c’è la popolazione locale, con le proprie usanze e la predisposizione al sorriso: la trovi la mattina nelle spiagge (tutte con accesso libero), la sera al bar. Le Seychelles sono isole vere, i paradisi costruiti solo per i turisti cercateli altrove.