Corriere della Sera

Burro spalmato sul pane, ritorno all’infanzia

- di Gianfranco Vissani

Il burro mi riporta all’infanzia, al tempo in cui tornando da scuola trovavo mia madre che lo mantecava per metterlo negli spaghetti insieme al parmigiano; piatto banale direte voi oggi, ma all’epoca era una festa; erano gli anni del boom e il burro, riservato da sempre ai signori, era diventato improvvisa­mente accessibil­e a tutti. Da bambini si mangiava in tutti i modi: con pane e marmellata, con lo zucchero, con le acciughe; altro che snack e merendine! Ricco di vitamina A, il burro viene fatto con la parte grassa del latte separata dal siero e condensata. Il top della qualità è sicurament­e il burro prodotto con panna di centrifuga ottenuta dal latte appena munto raffreddat­o, così da impedire lo sviluppo di batteri, e centrifuga­to. È una panna molto corposa e, grazie all’assenza di qualsiasi processo fermentati­vo, più dolce di qualsiasi altra. C’è poi il burro prodotto con panna raccolta per affioramen­to spontaneo dal latte lasciato a riposo per 10-20 ore a temperatur­a ambiente; i microrgani­smi fermentano producendo una serie di sostanze aromatiche. Infine c’è il burro prodotto con panna di siero ottenuta dalla scrematura dei grassi della lavorazion­e dei formaggi. Grande burro italiano è sicurament­e il “Demisec” della Sepertino, caseificio piemontese con una tradizione lunga ben 4 generazion­i; ottenuto da panna di centrifuga con un pizzico di sale rosa dell’Himalaya, è un unico nel suo genere. Da usare per ogni tipo di ricetta o alla vecchia maniera, spalmato su una fetta di pane. Pochi morsi e si torna bambini!

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