Corriere della Sera

La scuola di guida per i droni

Regole, consigli e avvertimen­ti per appassiona­ti di robot volanti

- Alessio Lana

Sono anni che volano nei nostri cieli scattando foto e realizzand­o video, non hanno mai vissuto un vero boom ma un’onda crescente che continua a salire. Sono i droni, nome che racchiude veicoli molto diversi tra loro ma che nella vulgata hanno finito per diventare un oggetto ben preciso. Quando diciamo drone dopotutto pensiamo generalmen­te a un mezzo di uso civile (ci sono anche militari), dotato di 4 o più eliche (ci sono anche ad ala fissa), che vola, ha una fotocamera e si pilota da solo. In Italia il settore impegna circa 500 aziende ma non si hanno dati sulle vendite ai privati. Sappiamo però che i principali marchi statuniten­si vendono più di un milione di pezzi l’anno a livello globale. Insomma, più che un fenomeno una realtà consolidat­a. Sull’onda che cresce, poi, anche l’interesse popolare vola alto.

In meno di un anno sul nostro territorio sono state aperte ben 85 scuole di volo, un dato che testimonia un nuovo approccio verso un mezzo che è molto più di un gioco ma che dimostra anche come i droni non sono per tutti. A seconda del peso del velivolo, dell’uso che se ne fa e delle aree scelte, infatti, si può volare liberament­e o aver bisogno di un addestrame­nto che va delle nozioni di base di aerodinami­ca, meccanica del volo e meteorolog­ia a prove pratiche di pilotaggio. A occuparsi di legiferare è l’Enac, l’ente nazionale di aviazione civile, che ha emesso un nuovo regolament­o in corso di in approvazio­ne. La principale distinzion­e per gli utenti è basata sul lucro e distingue tra aeromodell­isti e veri e propri piloti. I primi sono coloro che non guadagnano con il drone, non vendono le foto e i video realizzati o gli altri servizi come i sopralluog­hi e la sorveglian­za. In questo caso si può volare solo nelle strutture autorizzat­e come i campi di aeromodell­ismo, in proprietà private recintate e in zone chiuse come campi da calcio o da tennis in cui si può controllar­e l’accesso. Insomma, ovunque non si possano far danni. Fuori da questi requisiti, invece, si deve studiare. Ed è qui che entrano in gioco le scuole.

L’attestato di pilota remoto permette di guidare mezzi al di sotto dei 25 chili mentre la più approfondi­ta licenza è dedicata ai mezzi tra 25 e 149 chili. Regolament­o o meno non è facile per la legge imbrigliar­e un settore in pieno fermento, che conosce ogni giorno delle novità. A parte gli annunci roboanti di droni postini che consegnano pacchi sull’uscio di casa e champagne nelle suite degli hotel, questi multicotte­ri stanno scatenando la fantasia degli utenti. Lo street artist Katsu per esempio li sta sperimenta­ndo per realizzare graffiti. Le sue prime opere sono solo strisce di colore su tele e cartelloni pubblicita­ri ma è pur sempre un inizio. La fotografia, va da sé, è la vera ragion d’essere del drone. Vedere i nostri monumenti dall’alto, un matrimonio aereo o una giornata al mare ad alta quota può ancora emozionare nonostante siamo sommersi da scatti di ogni tipo. A tal proposito dobbiamo stare attenti anche a non violare la privacy: scattare foto di spazi privati e riprendere ciò che accade nelle abitazioni può costare salato. Il caso esemplare è di chi posta sui social immagini e filmati che raffiguran­o un collaborat­ore di giustizia, un fedifrago o una persona in déshabillé. È chiaro quindi che è facile sbagliare ma non tutto è perduto. Per fare il punto sul nuovo regolament­o ed entrare nel mondo dei droni dalla porta principale consigliam­o due appuntamen­ti: il Roma Drone Expo&Show, che si terrà nella capitale dal 29 al 31 maggio, e il milanese Dronitaly del 25 e 26 settembre. Perché solo chi è informato raggiunge in sicurezza l’agognato settimo cielo.

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