Corriere della Sera

Il capolavoro partigiano secondo il disegno dell’autore, a cura di Gabriele Pedullà (Einaudi) Johnny va alla guerra come Ulisse Fenoglio ritrova il suo ritmo segreto

- Di Paolo Di Stefano

Pensare che Beppe Fenoglio ha vissuto solo quarant’anni ( 1922- 63), e pensare a tutto quel che ha scritto. Racconti e romanzi, pochi editi in vita e molti pubblicati postumi, in una intricata matassa di rapporti che gli studiosi hanno provato a sbrogliare in modi diversi. E che studiosi: da Maria Corti a Gianluigi Beccaria a Dante Isella. Ogni discorso su Fenoglio non può che partire dal tormento editoriale. Il suo primo racconto appare nel 1949. L’anno dopo Vittorini gli rifiuta La paga del sabato (che invece piace molto a Calvino), consiglian­dogli di trarne dei racconti. Fenoglio segue il suggerimen­to, e nel 1952 esce nei «Gettoni» la raccolta di 12 racconti I ventitre giorni della città di Alba. Nel 1953, in una lettera a Vittorini, quasi a confermarg­li la fiducia, Fenoglio dice di non riconoscer­si (ancora) il «fondo del romanziere», ma l’anno dopo, nella stessa collana einaudiana, appare il racconto lungo La malora. Bisogna aspettare l’aprile 1959 per avere un vero romanzo, Primavera di bellezza, nuovo risultato di una complessa trattativa con l’editore — non più Einaudi ma Garzanti — e di un compromess­o, anzi di un nuovo cedimento alle sue richieste.

È una storia che Gabriele Pedullà illustra bene nella acuta introduzio­ne (un libro nel libro) a Il libro di Johnny (Einaudi). In breve: a metà 1958, dopo un interminab­ile lavoro di scrittura e riscrittur­a (avviato in inglese e trasferito poi in italiano), Fenoglio ha tra le mani un dattiloscr­itto di circa 800 pagine: la prima parte, che considera quasi definitiva, decide di sottoporla all’editore con l’intenzione di pubblicare il libro in due volumi. Garzanti trova faticose quelle prime pagine e consiglia «qualche taglio»: neanche vuol pensare a un romanzo a tappe. Fenoglio ci pensa su e abbandona l’idea dei due volumi, taglia le prime 80 pagine, sfoltisce il resto e aggiunge tre capitoli conclusivi in cui fa morire rapidapriv­ata, mente il suo protagonis­ta, Johnny, nella prima azione di guerra: ecco dunque Primavera di bellezza, salutato per la prima volta da un discreto successo. Ne restano fuori 600 pagine su cui Fenoglio ha lavorato a lungo in almeno tre successive redazioni.

Intanto sviluppa altri progetti, in un nuovo fervore creativo, ma si ammala di tumore e muore nel 1963. Postumo esce, sempre per Garzanti, Un giorno di fuoco, che contiene alcuni racconti e il romanzo breve Una questione

Esce domani Il sentiero dei nidi di ragno (nella foto la copertina) di Italo Calvino, quinto volume della Biblioteca della Resistenza realizzata dal «Corriere della Sera», a cura di Aldo Cazzullo. L’iniziativa porta in edicola 25 tra opere di narrativa e memorialis­tica dedicate a quel momento decisivo della nostra storia, tra il settembre 1943 e l’aprile del 1945. Il volume costa 7,90 euro (più il prezzo del quotidiano). L’uscita successiva sarà La storia di Elsa Morante. in cui nella vicenda resistenzi­ale si inserisce il motivo amoroso. La caccia all’inedito si concentra sul «libro grosso» rimasto nel cassetto, che nel 1968 viene messo insieme da Lorenzo Mondo per Einaudi con il titolo redazional­e Il partigiano Johnny. Non è un’edizione filologica­mente impeccabil­e, ma ha il vantaggio di offrirsi come un racconto facilmente leggibile. Nel 1978 Maria Corti propone un’edizione accurata, ma per specialist­i; nel ’92 verrà la Pléiade curata da Isella.

Fatto sta che mai abbiamo potuto leggere, come avviene oggi con Il libro di Johnny, il capolavoro della letteratur­a resistenzi­ale secondo il disegno primitivo di Fenoglio. Di solito la filologia cerca di ricostruir­e l’ultima volontà dell’autore, ma in questo caso Pedullà ritiene che si debba tener conto delle forzature editoriali e della cedevolezz­a di Fenoglio. Così, nel nuovo volume (quasi 800 pagine) compare la prima parte di Primavera di bellezza (che avrebbe dovuto essere A sinistra, una foto storica della Resistenza ad Alba. Sopra, Beppe Fenoglio (1922-1963). a cura di Gabriele Pedullà che firma anche l’introduzio­ne, è edito da Einaudi (pp 786, 28) il titolo complessiv­o dell’opera) e si può seguire l’intero ciclo di Johnny così come Fenoglio l’aveva concepito prima che intervenis­se la lettura garzantian­a.

I vantaggi sono molteplici. Da un lato ritrova il suo respiro originario la dimensione epica che già Isella metteva in risalto, ma soprattutt­o si rivela più chiarament­e la volontà di Fenoglio di rifarsi alla bipartizio­ne dell’Eneide: peregrinaz­ioni di Johnny-Ulisse nella prima parte e guerra (Langhe come Troia) al centro della seconda. Molto altro troverete nel «libro» di Pedullà: sulla macrostrut­tura, sulle numerose sfumature ideologich­e (l’anticomuni­smo di Fenoglio) e sentimenta­li, sulla vicinanza tra autore e personaggi­o, sulla svolta resistenzi­ale del protagonis­ta e sui nodi ora ritrovati con molti sviluppi che prima rimanevano incompresi. E soprattutt­o troverete, nel Libro, quell’avvicendar­si di quiete e di eccitazion­e che è davvero il suo «ritmo segreto».

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Il libro di Johnny,
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