Scene e cantanti tradiscono «Luisa Miller»
Sonouscito dopo il primo atto: si trattava della Luisa Miller, Opera che Verdi scrisse proprio per il San Carlo di Napoli; e che al San Carlo va in scena in un’edizione al di sotto di ogni commento. Si ripropone in modo drammatico il tema della direzione artistica in questo teatro. È stata appena riconfermata quale soprintendente la signora Rosanna Purchia; noi le abbiamo detto, e le ripetiamo, che siamo disposti a concederle fiducia alla stregua della scelta che farà del prossimo direttore artistico. Chi le ha organizzato questa Luisa Miller (foto) andrebbe interdetto. Incomincio dallo spettacolo, dovuto al regista Andrea De Rosa, su scene di Sergio Tramonti e costumi di Alessandro Lai. La terribile Tragedia di Schiller, documento del conflitto storico fra un mondo feudale criminalizzatosi e l’eterna realtà del sentimento, che Verdi sente nel modo più profondo, è sconciata con un’ambientazione mafiosa contemporanea che vede al centro della scena una branda: almeno pei due quadri del primo atto. Due cantanti, il tenore Luciano Ganci (Rodolfo), il basso Felipe Bou (Wurm), andavano protestati ed è vergognoso per il direttore Daniele Rustioni l’aver accettato di andare in scena con loro. Sul soprano Olga Mykytenko non mi pronuncio trattandosi di un sostituto dell’ultimo momento; il baritono Claudio Sgura (Miller) se la cava appena e mi auguro di poter dire lo stesso del basso Dario Russo (il Conte). Del maestro Daniele Rustioni ho sempre, motivatamente, scritto malissimo. In questa circostanza mi piace dare atto che, accettazione dei due cantanti a parte, dirige con pulizia e correttezza. E allora accolga un mio consiglio che ormai ripeto ad nauseam per tanti, troppi. I direttori che sul podio dirigono cantando le parole dell’Opera perdono la concentrazione sull’insieme e non usciranno mai dalla serie C; si tratta di fatuità anti professionistica; ve ne sono di sessant’anni passati che lo fanno ancora e sono irrecuperabili; Rustioni è giovane….