La lezione del paziente inglese (e di Osborne) Di austerità non si muore: si può vincere le elezioni
Angela Merkel ora non è più sola. Dopo i risultati di ieri in Gran Bretagna, la cancelliera tedesca e il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble non sono più isolati, tra i leader del mondo, nel sostenere che la cosiddetta austerità permette di vincere le elezioni al partito che la persegue, oltre a creare crescita. La vittoria dei conservatori nel Regno Unito è, tra le altre cose, destinata a cambiare il discorso tra governi e tra economisti internazionali su come affrontare il mondo dopo la Grande Recessione e di fronte a quella che alcuni chiamano stagnazione secolare, cioè un possibile lungo periodo di bassa crescita. David Cameron non a caso ieri ha già riconfermato cancelliere dello Scacchiere George Osborne, il ministro che negli scorsi cinque anni ha tagliato del 10% la spesa pubblica nazionale e di più, in alcuni casi del 50%, quella locale. Una strategia che sembrava destinata al fallimento in economia e in politica ma che ora mette in dubbio le certezze molto diffuse di chi sostiene che solo con molta spesa pubblica si possono superare i momenti difficili. Alcuni Premi Nobel americani, il Fondo monetario internazionale e la Casa Bianca, per dire, criticavano aspramente l’austerità di Londra: l’anno scorso, di fronte al fatto che la Gran Bretagna si apprestava a essere l’economia del G7 a maggiore crescita, molti (non tutti) hanno dovuto ricredersi.
Quest’anno, il Regno Unito crescerà attorno al 2,5% (l’area euro all’1,5%). E la disoccupazione è al 5,6% (nell’eurozona all’11,3%). I numeri, insomma, già raccontavano che l’austerità non necessariamente crea depressione economica: spesso, anzi, è la base sulla quale costruire la fiducia di chi investe. Ieri, i sudditi di sua Maestà hanno detto di crederci, anche se Cameron e Osborne hanno fatto la campagna elettorale su un programma che promette, per i prossimi 5 anni, di tagliare altri 12 miliardi di sterline dal Welfare State. Cibo per la mente.